sabato,Aprile 20 2024

Caos rifiuti, Reggio Bene Comune incalza: «Subito un confronto politico»

Il movimento politico scettico: «I responsabili rispondano della loro grave gestione»

Caos rifiuti, Reggio Bene Comune incalza: «Subito un confronto politico»

Si è svolta a Piazza Italia una manifestazione di protesta per denunciare il fallimento del “porta a porta”. Centinaia di cittadini esasperati sono accorsi ad urlare la propria rabbia rispetto ad una situazione a dir poco “apocalittica” che riguarda ormai tutta la città ed, in particolare, le aree periferiche divenute delle  vere e proprie discariche.

«Ad oggi – si legge in una nota del movimento Reggio Bene Comune – salendo verso Gambarie (in una stagione turisticamente importante) Pietrastorta, Terreti, Santa Domenica, Straorino ed Ortì stesso sono sommersi da tonnellate di rifiuti ed il mancato ritiro ormai (in alcuni casi) supera i due mesi. Lo scenario è ad un livello tale di degrado che è quasi impossibile cercare scusanti. L’assenza di programmazione e controllo del Settore Ambiente è tale che ormai navighiamo a pieno regime nello stato continuo di “emergenza”. Ad una palese incapacità amministrativa di gestire il problema  si aggiunge un livello di barbarie  mai registrato a questi livelli; sono migliaia (senza esagerazione) i cittadini che ignobilmente degradano la città scaricando rifiuti in ogni dove».

Per il movimento reggino «L’evocazione dell’esercito, da parte di molti, è il sintomo della gravità del fenomeno che è articolato e radicato e non trova alcuna giustificazione. Nondimeno  riteniamo che ai problemi si debba rispondere con scelte radicali che diano segni di immediato cambiamento; pena la perdita di fiducia da parte di quella città che non vuole soccombere e resiste. Non possiamo condividere il fatto di aggiungere degrado al degrado con striscioni come “Reggio Merdopolitana” perchè la città siamo noi e non possiamo esimerci dall’assumercene le responsabilità».

Reggio Bene Comune ritiene inoltre necessario un intervento di carattere strutturale nella riorganizzazione di tutto il servizio (ad oggi ancora in deroga ad Avr). «Il  “pre-dissesto”, che obbliga il Comune ad elevare al massimo Tari, Servizio Idrico Integrato ecc. si traduce in un prezzo salatissimo ed insostenibile per la città. Questa è la più grande ed eclatante delle ingiustizie subite dai cittadini: pagare i debiti ed il disastro amministrativo-finanziario prodotto da altri. I responsabili del “sacco di Reggio” dovrebbero rispondere della loro mala-gestione (come previsto, in caso di dissesto, dalla Corte dei Conti) ma, nei fatti, è la città ad essere indegnamente penalizzata e la mancata dichiarazione del “dissesto” protrae questa agonia. L’inchiesta “mala-gestio“, per l’appunto, ha fatto emergere le forti contaminazioni ndranghetiste tra gestione pubblica ed interessi privati criminali; prassi posta in essere ad arte e con scienza durante la fase del “Modello Reggio”. Per quali motivi – si chiede Reggio Bene Comune – dobbiamo pagare lo scempio criminale di altri? Senza giustizia rispetto a questo “debito ingiusto” è inutile chiedere collaborazione alcuna ai cittadini. Niente controlli sulla regolarità del servizio, “quasi niente” controlli sui “lordazzi” che ogni giorno lasciano tonnellate di rifiuti per strada,  niente controlli sui “controllori” (Vigili Urbani assolutamente non all’altezza del contrasto del fenomeno)».

Reggio Bene Comune ritiene inoltre necessaria una trasformazione dell’attuale sistema con una formula “incentivante” immediata e concreta che garantisca convenienza economica all’utente. «I materiali differenziati, ad oggi, sono di proprietà di Avr; una scelta contrattuale suicida per le casse comunali. Infatti vetro, plastica, metalli, carta ecc.. hanno un valore economico preciso e risulta incomprensibile il motivo per cui il Comune non abbia praticato la scelta dello stoccaggio sul posto e della vendita alle note piattaforme nazionali recuperando quelle somme necessarie ad abbassare progressivamente la Tari. Non si può chiedere al cittadino di differenziare, pagare un tributo altissimo e non avere un servizio efficiente senza coinvolgerlo in modo virtuoso in questa economia circolare. La scelta è di carattere fortemente politico: stop ad  interessi privati, gestione diretta del servizio, incentivazione economica per chi differenzia e rivoluzione logistica del servizio creando isole ecologiche  presidiate in tutti i quartieri».

«Abbiamo una proposta chiara e strutturata di cui daremo dettagli in appositi appuntamenti – conclude il movimento – ma ora l’urgenza è quella di un immediato confronto politico prima che la gestione passi a Castore».

Articoli correlati

top