sabato,Aprile 20 2024

Bianco, l’estremo saluto ad Alessandro: «Vivrà per sempre in Dio»

Il vescovo Oliva ha salutato il giovane lanciando un monito ai tanti amici presenti: «Questa nostra strada è un cimitero cosparso di crisantemi e di croci. Non è possibile accettare che sia la strada delle lacrime. Lo dico a Voi giovani, perché intendano gli adulti. Della guida spericolata e delle morti causate dagli incidenti stradali Dio un giorno chiederà conto»

Bianco, l’estremo saluto ad Alessandro: «Vivrà per sempre in Dio»

Una morte improvvisa, l’ennesima vita lasciata su quell’asfalto. Oggi l’intera comunità si è riunita per dare un ultimo saluto ad Alessandro Luppino e Monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace ha voluto condividere il dolore per la perdita del giovane. 

«E’ una perdita per tutta la comunità di Bianco – ha confermato il Vescovo nella sua omelia – Vogliamo fare nostre le vostre lacrime, abbracciare assieme a voi la croce della sofferenza, dire a tutti la nostra fede nella vita e nella resurrezione: Alessandro non rimane nella morte, ma vive per sempre in Dio. Dio non lascia perire nulla di quanto ha creato. E’ il Dio della vita, non della morte. Ma chi ama la morte o la provoca non è a Lui gradito. Quando un giovane come Alessandro voluto bene dai suoi coetanei, vivace ed educato, viene a mancare, vacilla la speranza. Ma di fronte ad un evento così tragico, non possiamo restare indifferenti, non possono lasciarci indifferenti i sogni di un adolescente. Siamo presi da sentimenti diversi, di commozione e di compassione, di dolore ma anche di speranza. In questo momento, è più giusto fare silenzio e pregare, è più giusto che le lacrime prendano il posto delle parole».

L’invito del vescovo ai tanti giovani presenti, amici di Alessandro è stato chiaro: «Trasformate il vostro dolore in germe di vita. Custodite i vostri sogni e date valore alla vita anche siete alla guida sulle strade della Locride e su questa SS 106, infida ma necessaria via di comunicazione. Con i suoi rettifili, i suoi attraversamenti dei centri abitati, la ristrettezza delle corsie, le curve improvvise nasconde tanti pericoli e diviene causa di morte. Questa nostra strada principale è diventa un percorso di morte, un cimitero cosparso di crisantemi e di croci che ricordano le tante morti avvenute lungo il suo percorso. Non è possibile accettare che sia la strada delle lacrime. Reagiamo alla tentazione di percorrerla come una pista di Formula 1, un’autostrada ove gareggiare in velocità. E’ una strada che non è stata fatta per questo. Rispettiamone i limiti di velocità. La fretta non è buona consigliera. Non si può continuare a morire per strada. Ci sia alla guida senso di responsabilità: quando esso manca, non bastano gli autovelox. Non lasciatevi prendere dalla tentazione di usare il cellulare durante la guida. E quando siete stanchi o poco lucidi dopo una serata da sballo o al sabato sera, non mettevi alla guida, rischiate di mettere in pericolo la vostra e l’altrui vita. Essere alla guida non è semplice svago o divertimento, è una responsabilità grande: il mezzo che guidate può divenire veicolo che uccide le vostre ed altrui speranze di futuro e di vita. Se amate la vita, amatela sempre, anche durante la guida. Lo dico a Voi giovani, perché intendano gli adulti. Della guida spericolata e delle morti causate dagli incidenti stradali Dio un giorno chiederà conto».

Ma il monito di Monsignor Oliva è rivolto anche agli Amministratori presenti. «Per i morti su strada c’è una responsabilità diffusa, che va da chi causa l’incidente a chi è tenuto a vigilare, da chi guida distratto a chi attraversa la strada senza avvertirne il pericolo, dal giovane patentato agli stessi genitori che non valutano i rischi che corrono i loro figli quando sono alla guida di un’auto di grossa cilindrata. La sicurezza del cittadino è al primo posto tra i vostri doveri amministrativi. Siamo stanchi di continuare a celebrare funerali di giovani che perdono la vita su strada. Siamo stanchi di continuare a chiedere le stesse cose. Nelle contingenze economiche è il caso di rinunciare a qualche grande opera, per mettere in sicurezza le ordinarie strade di collegamento. Date senso alle lacrime di tanti genitori che per dare senso al loro dolore hanno costituito persino un’associazione, quella dei “Figli in cielo”».

Un accorato appello che ha straziato i cuori già provati e lasciato tanto su cui riflettere. 

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