martedì,Aprile 23 2024

Bronzi di Riace: Castrizio e i retroscena dei reperti smarriti

Il professore, durante un processo, era stato avvicinato dalla persona che dice di aver dato gli oggetti al museo statunitense

Bronzi di Riace: Castrizio e i retroscena dei reperti smarriti

Bronzi di Riace, Castrizio e i retroscena dei reperti smarriti. Il professore era stato avvicinato dalla persone che dice di aver dato gli oggetti al museo statunitense da molto lontano.

«Ho la bronzite dal 1982, quando li vidi per la prima volta. Da 25 anni pubblico studi scientifici a livello internazionale e indago sulla storia del ritrovamento». Si confessa a La Sicilia, Daniele Castrizio, storico e docente di numismatica all’università di Messina, in occasione della conferenza di sabato pomeriggio, al Museo di Naxos, Taormina, nell’ambito del ciclo di incontri letterari “Comunicare l’Antico”, organizzato da NaxosLegge, nel corso della presentazione del libro “Il cammino degli Eroi. Da Argo a Riace” (Società Editrice Dante Alighieri).

Protagonista del libro Dan Faton, pseudonimo di Daniele Castrizio, Fabio Cuzzola e Tonino Perna, che indagano sulle vicende ancora poco chiare dei due meravigliosi ed unici guerrieri di Riace, custoditi al MarRC di Reggio Calabria, formulando delle ipotesi sulla loro misteriosa identità e su altre incognite legate al loro ritrovamento.

E, nell’intervista, lo storico torna proprio su questa parte di mistero, come riportato dalla trasmissione di Italia Uno “Le iene”, riferisce infatti di essere stato contattato da un soggetto che svela compravendita di un elmo appartenuto al Bronzo “B”, andato a finire al Paul Getty Museum di Malibu.

Il professore aggiunge di aver riferito i particolari alla Soprintendenza e ai carabinieri che, però, ne erano già a conoscenza. Sembra che l’uomo fosse già stato ascoltato e che, per questo, al museo americano fosse stato inviato in missione un finanziere. La vendita sarebbe stata fatta a favore di Jiri Frel, archeologo e curatore del museo statunitense e responsabile delle compravendite dal 1976 al 1986.

Castrizio confessa di essere entrato in contatto con questa persona nel corso di un processo nel quale era stato chiamato come perito per il riconoscimento di una moneta. Secondo l’uomo le cose sarebbero andate così: nel 1972 si era presentato un pescatore di Riace che avrebbe voluto vendergli i bronzi, proprio come racconta nell’intervista a volto coperto rilasciata alla Iena Nino Monteleone. I fatti, secondo l’uomo, non sarebbero andati come aveva riportato Mariottini, ma il ritrovamento delle due statue sarebbe avvenuto giorni prima.

In conclusione Castrizio espone la sua teoria: «Sono convinto che i bronzi sono arrivati lì (a Riace, nds) a causa di un naufragio: sono stati fatti ad Argos, come documenta l’anima interna». La terra di fusione è di Argos, furono restaurati a Roma (a confermarlo le tecniche utilizzate, nds) in età imperiale, per poi sparire nel III secolo d.C.. Da quel momento «non ho più riscontri documentali a Roma e più nessuna autore ne parla. Non concordo affatto con chi sostiene che furono realizzati a Locri».

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