venerdì,Marzo 29 2024

Al “Righi” focus sul contrasto alle discriminazioni e uso consapevole dei social network

Un momento di riflessione voluto dalla società cooperativa Cisme e del Corecom Calabria da sempre attenti alle esigenze dei giovani e per questo attivi nell'ambito scolastico con percorsi di conoscenza

Al “Righi” focus sul contrasto alle discriminazioni e uso consapevole dei social network

Il Focus sulla web reputation, il contrasto alle discriminazioni e l’uso consapevole dei social network si è svolto presso l’aula magna dell’Istituto “A. Righi” di Reggio Calabria.

Un momento di riflessione, questo, voluto dalla società cooperativa Cisme e del Corecom Calabria da sempre attenti alle esigenze dei giovani e per questo attivi nell’ambito scolastico con percorsi di conoscenza. 

Il Focus, moderato dalla giornalista Paola Suraci,  è stato un momento di confronto con gli studenti grazie agli interventi dei relatori: Giuseppe Rotta – presidente CO.RE.COM. Calabria; Maria Daniela Musarella – dirigente scolastico “Righi”; Francesca Ruggeri – membro CdA CISMe; Stefania Polimeni – avvocato UDI; Laura Amodeo – Osservatorio regionale  sulla violenza di genere; Maria Carmela D’Elia – docente dell’istituto “Panella-Vallauri”.

Un momento, questo, molto partecipato dagli studenti che hanno già intrapreso un percorso, grazie alla sensibilità dei dirigenti scolastici della scuola superiore “A. Righi” e dell’Istituto tecnico tecnologico “Panella-Vallauri” di Reggio Calabria  con i laboratori  “Media Education For All”, giunto alla seconda edizione e “ We are – web reputation e digital research” curati dalla Cisme proprio per diffondere una cultura digitale tra i giovani e i loro genitori e per aiutarli a proteggersi e navigare in maniera responsabile. 

«La scuola svolge ancora una volta un ruolo di primo piano in tale sfida educativa, – ha sottolineato la dirigente Musarella – per insegnare ai giovani il modo di confrontarsi costruttivamente con le attuali forme espressive offerte dalla Rete; per proporre un nuovo modello di cittadinanza attiva e democratica che pervada anche la sfera del virtuale; per promuovere una gestione consapevole di tutti gli aspetti della vita che sono presenti anche al mondo online.

Compito della nuova educazione è formare “cittadini virtuali” consapevoli, fruitori attivi della rete e delle moderne tecnologie e allo stesso tempo comprendere una nuova dimensione del reale che ha inglobato in sé il virtuale con le sue potenzialità e i suoi rischi.

L’innovazione quindi non va subita, ma può diventare opportunità se accompagnata da un’adeguata educazione: soltanto insegnando ai giovani ad essere utilizzatori di social dotati degli strumenti necessari per sviluppare uno spirito critico, una consapevolezza e una responsabilità di fronte alla nuova realtà dei media digitali sarà possibile combattere i pericolosi fenomeni del cyberbullismo e delle fake news e arginare i comportamenti a rischio come il trolling e le campagne di odio sulla rete”.

La seconda edizione del laboratorio che si  sta svolgendo con gli studenti del “A. Righi” nasce dall’esigenza di approfondire un percorso avviato con il primo progetto Media Education For All. Durante i laboratori, previsti nel progetto M. E. F. A., è emersa l’esigenza di approfondire alcune tematiche, quali: la conoscenza della violenza basata sul genere, le competenze e uso consapevole dei social, i valori come il rispetto, la comunicazione, l’empatia, il pensiero critico.  Il percorso utilizza una varietà di metodologie divertenti, esperienziali e interattive (discussioni di gruppo, giochi di ruolo, brainstorming, focus groups), scenari che consentono ai partecipanti di apprendere attraverso il „fare‟ e, allo stesso tempo, sviluppare una proprietà condivisa dei messaggi del programma.

L’apprendimento avviene perché i giovani hanno la possibilità di collaborare tra loro e avere il controllo del processo di acquisizione. In tal modo acquisiscono sicurezza nello scambio di opinioni, approfondendo questioni rilevanti della loro vita quotidiana. 

“Sconfiggere la paura con la conoscenza – ha evidenziato la psicologa Amodeo – e per questo è stato ed è importante il ruolo dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere al fine di far capire ai più giovani, alle donne, ai soggetti più deboli che le istituzioni ci sono e che occorre chiedere aiuto in caso di necessità. Mai chiudersi, mai isolarsi. La violenza va sconfitta».

Soddisfatto del lavoro svolto con il Corecom Calabria è il presidente Pino Rotta che coglie l’occasione per evidenziare: «otto mila ragazzi delle scuole calabresi hanno beneficiato di progetti finanziati dal Corecom proprio per abbattere le discriminazioni e le violenze». Poi precisa: «Mi dispiace solo che ancora in Calabria ci sia scarsa capacità progettuale e per questo il Corecom ha potuto finanziare pochi progetti a Reggio e a Cosenza e Catanzaro, che è stata invece più propositiva». 

«Voglio sottolineare – ha detto Rotta – la grande professionalità della Coop Cisme che da anni lavora sul territorio con competenza e serietà». E’ entusiasta del progetto rivolto alle nuove generazioni, – il presidente Rotta – che vivono oggi immerse nelle tecnologie digitali e vanno necessariamente seguite ed accompagnate nell’affrontare in maniera corretta e critica i profondi cambiamenti che l’utilizzo, spesso smodato, dei nuovi media ha introdotto nel mondo dell’informazione e della comunicazione. 

«Abbiamo fatto un lavoro di concertazione – ha evidenziato Francesca Ruggeri – partendo dalle direttive Europee, insieme alle dirigenti scolastiche abbiamo pensato proprio agli studenti del nostro territorio per dare risposte concrete alle loro esigenze. Per questo voglio ringraziare, non solo le dirigenti scolastiche, ma anche gli studenti che stanno seguendo questo percorso con molto interesse».

Un cammino condiviso dunque, anche con l’Itt “Panella-Vallauri” e la professoressa D’Elia è convinta che «la scuola debba essere il luogo di ascolto e di confronto e per questo è necessario fornire agli studenti sempre più conoscenze utili per loro. Sarebbe bello – ha sottolineato – poter replicare questi laboratori anche ad altre classi».

Scuola, famiglia e società civili insieme, dunque, per abbattere la violenza e sconfiggere gli stereotipi e per questo ecco che arriva forte la testimonianza dell’avvocata Stefania Polimeni dell’Unione Donne Italiane.

«L’Udi – dice l’avvocata Polimeni – si è costituita parte civile nel processo a carico di Ciro Russo, imputato nel procedimento penale per il tentativo di femminicidio commesso nei confronti dell’ex moglie Maria Antonietta Rositani. L’episodio delittuoso, avvenuto il 13 marzo del 2019 aveva scosso fortemente l’opinione pubblica per la particolare efferatezza e crudeltà del gesto criminale; infatti Ciro Russo dopo essere evaso dagli arresti domiciliari ad Ercolano, per maltrattamenti in famiglia, aveva percosso oltre 500 Km per arrivare al domicilio dell’ex moglie, nel giorno fissato per l’udienza di separazione, e darle fuoco con del liquido infiammabile. Solo la prontezza d’animo di Maria Antonietta che, avvolta dalle fiamme si era rotolata in una pozzanghera, ha impedito che la stessa morisse, ma che l’ha tenuta in pericolo di vita per ben 10 mesi, la, Rositani è tuttora ricoverata presso l’ospedale di Bari dove è stata in terapia intensiva per un lunghissimo periodo, ed ha vissuto momenti di indicibili sofferenze». 

«L’UDI, Associazione “Unione Donne in Italia” – costituitasi il I° ottobre 1945, è un’associazione femminile – spiega Polimeni – a difesa dei diritti delle donne, di promozione politica, sociale e culturale, senza fini di lucro e da sempre ha posto il suo obiettivo nella libertà ed autodeterminazione della donna, conducendo battaglie di civiltà a difesa della sua dignità ed emancipazione, con il “preciso intento di «porre in essere attività tese a sostenere il superamento di momentanee difficoltà delle donne che hanno subito violenza per mano di uomini, proprio quegli uomini, mariti, compagni, fidanzati che considerano la donna e il suo corpo loro proprietà esclusiva, arrivando a determinarne la morte nel caso in cui la donna decida di porre fine alla relazione».

A conclusione della mattinata di riflessione gli studenti hanno poi rivolto numerose domande ai relatori. 

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