martedì,Aprile 23 2024

Coronavirus, Borbotti e l’Inail ai tempi della sanità parallela

Il presidente dell'associazione "Reggionamenti": «Sia riconosciuto il lavoro a rischio per gli operatori sanitari»

Coronavirus, Borbotti e l’Inail ai tempi della sanità parallela

«”L’Inail reggina ai tempi del coronavirus” potrebbe essere il titolo di un servizio mediatico che volesse testimoniare “l’altra” prima linea nell’emergenza Covid-19, quella dei Centri Medico Legali – distribuiti sul territorio – dell’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro».

Lo afferma il Presidente dell’associazione “Reggionamenti” Augusto Borbotti, che aggiunge: «oltre quella degli ospedali e degli ambulatori della sanità pubblica e privata, che svolge con encomiabile professionalità il suo mandato, vi è una sanità parallela, quella degli enti pubblici non economici, il cosiddetto Parastato, che parimenti esercita attività sanitaria di controllo – o di Prime Cure come in Calabria – per quei cittadini-lavoratori che sono tutelati contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali».

«E’ l’Inail, che quotidianamente riceve presso i suoi ambulatori medico-legali una moltitudine di infortunati e tecnopatici, assicurando loro visite medico-legali, consulenze specialistiche ed anche indagini diagnostiche di eccellenza».

«Alla Sede Inail di Reggio Calabria – ed alle sue sedi di pertinenza: Palmi, Locri e Vibo Valentia – si riversano giorno dopo giorno “a visita” centinaia di uomini e donne che lavorano sul territorio, ma anche – per normativa d’Istituto – coloro che, pur prestando attività lavorativa in altre regioni, sono autorizzati, in occasione d’infortunio, previa certificazione e condizioni non eccezionali, a rientrare al proprio domicilio per avere assicurato il sostegno familiare nel periodo di inabilità temporanea».

«Da questo scenario di prestazioni sanitarie – continua il Presidente di “Reggionamenti”, Augusto Borbotti – ne discende e prende forma “l’altra prima linea nell’emergenza coronavirus”, quella sostenuta dai dirigenti medici, dagli specialisti a rapporto libero professionale, dai fisiatri, dagli infermieri e dai tecnici di radiologia Inail “a contatto” con innumerevoli soggetti che esplicano la loro attività professionale in territori, situazioni e condizioni tra le più differenti e divergenti».

Anche a loro, anche a questi operatori sanitari lontani dai riflettori mediatici va riconosciuta dedizione professionale per l’attività lavorativa “a rischio” che espletano nel contatto quotidiano con gli assistiti. Anche negli ambulatori Inail – ha concluso Augusto Borbotti – vige e si celebra un vincolo di appartenenza ad una categoria, quella sanitaria, consapevole che in questi momenti di emergenza deve essere un avamposto di professionalità e di solidarietà».

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