mercoledì,Aprile 24 2024

Coronavirus, storia di un tampone mai arrivato. «Arrabbiata e mortificata»

La storia di Viviana, paziente oncologica di Siderno. «Ci chiedono di stare a casa, ma chi tutela me e la mia famiglia?»

Coronavirus, storia di un tampone mai arrivato. «Arrabbiata e mortificata»

La moria di tamponi sul territorio reggino registrata negli ultimi giorni ha messo ha nudo tutte le carenze e le criticità del sistema sanitario. A rimetterci sono cittadini come Viviana, paziente oncologica di Siderno, trattata con chemio e radio nel 2015, nonché volontaria dell’associazione Angela Serra della Locride. Lo scorso 27 marzo la donna ha avviato, tramite il medico di famiglia, la procedura per la richiesta del tampone in quanto da 2 giorni accusava sintomi compatibili con il Coronavirus (tosse, febbre e difficoltà respiratoria lieve). Dopo aver ricevuto la mail di conferma del buon esito della pratica è stata contattata dalle forze dell’ordine, che hanno censito la sua richiesta, precisando che a breve avrebbe ricevuto una visita domiciliare al fine di effettuare il tampone. Oggi però è ancora in attesa.

«Sono arrabbiata e mortificata – racconta – Mi prendo cura dei miei genitori, persone anziane che soffrono di gravi patologie, quindi soggetti ad altissimo rischio. Ci chiedono giustamente di stare a casa; l’ho fatto e continuerò a farlo per tutelare gli altri. Nessuno però mi sta aiutando a tutelare la mia famiglia, i miei cari e me stessa. Trovo tutto questo vergognoso». Da qualche giorno Viviana sta meglio, ma non saprà mai l’esito di un tampone mai arrivato. «Spero che il mio sia un caso isolato – sottolinea – ma se così non dovesse essere, invito tutte le persone, che hanno riscontrato la stessa difficoltà, a rivolgersi alla nostra associazione. Insieme troveremo il modo di risolvere il problema».

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