sabato,Aprile 20 2024

Coronavirus, proseguono gli incontri online del collettivo Stanza101

Il movimento reggino sul web ha fornito una piattaforme di proposte utili per sostenere la nuova governance cittadina

Coronavirus, proseguono gli incontri online del collettivo Stanza101

«Il blocco del Coronavirus non può fermare l’idea, anticipata nei mesi scorsi, del laboratorio programmatico per definire una piattaforma di proposte utili per sostenere la nuova governance cittadina e metropolitana». Così in una nota il movimento reggino Stanza101

«Non una mera elencazione di buoni propositi – continua il comunicato – ma un percorso di dibattiti e proposte strutturate per rilanciare l’azione finalizzata a determinare un’alternativa e non una alternanza politica per Reggio».

L’attività posta in essere, anche se per forza di cose ospitata sui social, ha preso il via partendo dallo Sport e dalla situazione vigente in città, con ospiti Giuse Barrile (giornalista e dirigente Viola), Maurizio Sconti (Pattinaggio e Hockey), Enzo Ambusto (Atletica), Francesco Creaco (Basket), Fabio Colella (Vela), “Carminello” Quartuccio (super tifoso e “icona” della tifoseria reggina).

Moderata da Antonio Virduci di Stanza 101, la diretta streaming è andata avanti per oltre un’ora e mezza affrontando senza tanti peli sulla lingua argomenti scottanti come quello dei tanti     impianti incompleti, chiusi o all’abbandono presenti in città: uno su tutti quelli di San Giovannello, ma senza dimenticare il campo Coni e il Pianeta Viola a Modena, il Palasport Pentimele, lo Scatolone, la piscina comunale, la palestra di Ravagnese, la palestra e la pista di pattinaggio di Arghillà, il Parco Caserta, la palestra di Archi e il campo di Ciccarello.

«Non parliamo di nuovi impianti, ma tutte strutture ereditate, già esistenti o in corso d’opera, che non si è stati capaci di ultimare o far funzionare. Colpevolmente e senza alcuna vergogna, considerando i pomposi annunci degli attuali amministratori che sono stati peraltro “mandati in onda” con immagini di archivio durante la diretta».

«E’ chiaro che servirà un piano preciso di investimenti per renderle fruibili o ultimarle. Valutando anche nuove metodologie progettuali, come ad esempio quella che prevede l’affidamento già in fase di pre-appalto della stessa struttura a società sportive per la gestione, cosi da inserire un soggetto che avrà tutto l’interesse a seguire l’appalto e la sua ultimazione, o ancora i “project financing”, dove le società sportive possono entrare in partecipazione di investimento già nella fase della realizzazione, scontando in futuro i canoni».

«Per una città di mare, inoltre, la Vela deve avere sostegno e visione di ruolo aperto a tutti, anche come elemento di conoscenza degli sport sul mare e del nostro rapporto culturale con il mare. L’esperienza del pattinaggio e dell’hockey, discipline che rischiano entrambe di scomparire a Reggio, è emblematica di una gestione penalizzante e che ha solo limitato le possibilità di fruizione, senza offrire opportunità alternative in grado di sostenere gli sforzi delle associazioni di settore e parimenti offrire spazi adeguati».

«E’ quindi evidente che tutto il settore dello sport in città necessita di una programmazione di aiuti e contributi che non siano alla mercé della logica dell’amico degli amichetti politicanti, ma rientra in una diversa determinazione, affidata ad una programmazione concertata e proporzionale a scelte di investimento sociali e culturali nel mondo dello sport, coniugando, non ultimo, il ruolo delle realtà socio-educative che proprio a contatto con i minori e gli adolescenti possono lavorare in sinergia di intenti e di programma, con il mondo delle associazioni sportive».

«Manca, e serve inderogabilmente, un fronte che privilegi e delinei il piano tecnico strutturale per il rilancio delle palestre, degli impianti più importanti e di quelli minori, allargando il perimetro delle risorse disponibili. In secondi, ma di rilievo cruciale, occorre un cambio di rotta nell’approccio istituzionale a tutti i livelli».

Emblematico è stato l’interrogativo di Giuse Barrile: «lo Sport interessa davvero alla Politica? Cioè, la politica crede e vuole farne uno strumento su cui investire per determinare una ricaduta reale? Qui la realtà si scontra con le belle intenzioni, e la buona politica ha ceduto il passo nel tempo  alla pessima politica, relegando lo sport ad un alveo marginale dove con la distribuzione di quasi inutili finanziamenti (in termini di progettualità) si è forse pensato di far bene affidandosi ai “buoni rapporti”; serve invece una programmazione strutturata, anche su fondi europei a vocazione socio culturale, dove lo sport abbia ruolo e sia destinatario di misure non di assistenza amicale, ma di investimento per il futuro, premiando sempre di più chi dimostra competenze e capacità organizzative e mettendo in panchina chi pensa di lucrare con improvvisazioni estemporanee».

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