giovedì,Aprile 25 2024

L’emergenza cala e la politica prova a strumentalizzare il virus. Penoso lo scontro di potere in atto

La battaglia sui tavoli dei bar all'aperto rasenta il ridicolo e le discordanze tra Governo, Regioni e sindaci mettono a rischio la stessa salute dei cittadini. In riva allo Stretto poi qualcuno pensa di approfittarne in vista delle comunali

L’emergenza cala e la politica prova a strumentalizzare il virus. Penoso lo scontro di potere in atto

Si allenta l’emergenza sanitaria e riesplode la campagna elettorale. In barba agli allarmi dei virologi su possibili recrudescenze del contagio e alla possibilità di trovarsi davanti a una crisi economica che potrebbe trasformarsi in una bomba sociale.

Tirato un sospiro di sollievo la politica è tornata alle sue più malsane abitudini, compresa la bieca strumentalizzazione dei diritti dei cittadini per ottenere un tornaconto. Come valutare lo scontro in atto tra governo nazionale e Regioni se non in questa direzione? Come valutare l’occupazione del Parlamento da parte dei deputati leghisti proprio qualche ora dopo che in Calabria Jole Santelli puntava tutto sui tavolini all’aperto di bar e pizzerie?

Perfino Matteo Renzi ha voglia di crisi di governo pur non avendo i numeri per poterla determinare, mentre Salvini sa più che inventarsi per frenare la sua discesa nei consensi.

Ma il dato più sorprendente è il continuo cambio di opinione di chi ha in mano le vede del potere. Prima si doveva chiudere tutto con i militari adesso si può aprire tutto senza avere in alcun modo la possibilità di controllare chi rispetta i protocolli di sicurezza e chi no.

Un vero e proprio vespaio che ha poi prodotto ulteriori rivoli di contrasti. Dopo il primo livello tra Stato e Regioni, c’è quello tra Regione e Comuni. Anche in questo caso, salvo poche eccezioni, uno scontro per schieramento. I sindaci calabresi di sinistra sono contro l’ordinanza notturna della Santelli, mentre plaudono quelli del centrodestra.

Giuseppe Falcomatà ha usato facebook, del quale sta probabilmente abusando, per dire che l’ordinanza della Santelli è illegittima e arbitraria e mette a rischio la salute dei cittadini. Quindi in riva allo Stretto non si vedranno tavolini all’aperto come avvenuto a Cosenza con l’ok di Mario Occhiuto.

Qualcuno che si preoccupi del perché non venga pagata la cassa integrazione ai lavoratori calabresi? Nessuno. Qualcuno che si preoccupi se davvero gli imprenditori della ristorazione possano consentirsi di aprire a queste condizioni? Nessuno. Qualcuno che si preoccupi della sanificazione degli uffici pubblici, compresi i tribunali, per una prossima ripartenza? Nessuno.

A Reggio addirittura, con le elezioni rinviate al prossimo autunno e una consiliatura che durerà 6 anni invece di 5, qualcuno pensa a come sfruttare l’occasione per guadagnare terreno. E’ il caso del Comitato “BforReggio” che fa capolino per riproporre la candidatura a sindaco di Giuseppe Bombino.

Falcomatà quasi non credeva alle proprie orecchie in vista di una possibile divisione dello schieramento avversario, quando Giorgia Meloni ha calato la carta Denis Nesci quale commissario di Fdi a Reggio.

Schermaglie elettorali che fanno pensare, anzi avere la certezza, che dopo questa emergenza non cambierà proprio nulla. Ci saranno soltanto più poveri e molte fasce di popolazione si vedranno ridotte a rivedere i propri progetti di vita. Su questi bisogni, senza una nuova consapevolezza dei cittadini, la classe politica fonderà il suo nuovo potere. Terribilmente uguale a quello precedente.

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