giovedì,Aprile 18 2024

Coronavirus, Imbalzano: «Per la fase 2 strategico il ruolo del medico di famiglia»

L'ex consigliere regionale: «Urge il bando per la copertura delle zone carenti del territorio»

«Per affrontare con auspicabili probabilità di successo la Fase 2 dell’attuale emergenza e per consentire un controllo capillare sul territorio della situazione epidemiologica, oggi più che mai diventa strategico il ruolo attivo dei medici di famiglia in Calabria e nel reggino. Categoria che in questi ultimi anni ha visto progressivamente ridursi  il numero dei  professionisti in servizio, per raggiunti limiti di età  e conseguente quiescenza di una intera generazione di medici, ancora non sostituiti, con conseguente situazione insostenibile da tempo venutasi a creare». E’ quanto afferma Candeloro Imbalzano, già Consigliere Regionale e Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari”.

«Nessuno può dimenticare che i medici di famiglia rappresentano il primo stadio ed il filtro preliminare per individuare situazioni patologiche,  ed in particolare eventuali sintomi da Coronavirus tra i propri pazienti. La loro funzione è preziosa anche per non far gravare sui Pronto Soccorso di tutte le strutture ospedaliere, della stragrande maggioranza dei Codici Bianchi, causa prima degli intasamenti di questi avamposti degli ospedali, ovunque e cronicamente in condizioni di grande affanno. Urge pertanto rimuovere al più presto queste situazioni di estremo stress in cui oggi versano tanti di loro e che coinvolgono  fisiologicamente gli ammalati» continua Candeloro Imbalzano.

«Per questo chiediamo alla bravissima ed attenta Presidente Santelli ed all’impegnato Commissario per il Piano di Rientro Cotticelli di interessare, rispettivamente, il Dipartimento Salute della Regione Calabria ed i Commissari dell’ASP 5, perché finalmente affrontino con tempestiva urgenza un problema ormai atavico generale, peraltro da tempo individuate, sul territorio calabrese e reggino, per garantire un miglior funzionamento della sanità di tutta la nostra regione e per rendere più sopportabili  le condizioni di lavoro, ormai al limite del collasso, di tanti medici di famiglia» conclude Candeloro Imbalzano.

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