Coronavirus, Bombino: «A Reggio i poveri aumenteranno più che altrove»
L'ex presidente dell'Ente Parco d'Aspromonte: «Occorre ripensare una nuova economia, se ci fosse la politica»
«Ora ben si comprende quale sia la vera ossatura dell’Italia. Questo tempo, infatti, ci rivela come sia estremamente vulnerabile l’impalcatura economica e il nostro corpo sociale. Cresce la distanza tra chi produce e chi, invece, sorregge l’apparato burocratico del Paese. Insomma, questa emergenza, che non è solo biologica, mortifica e indebolisce la parte più creativa e geniale della Nazione, quella che partecipa al progresso e alla costruzione della vita e dell’intelligenza civile; in una condizione di privilegio si trova l’altra, quella, cioè, che si occupa delle consuetudini, delle forme e dell’astratta organizzazione della pubblica amministrazione». E’ la riflessione del docente ed ex presidente dell’Ente Parco d’Aspromonte Giuseppe Bombino.
«Aumenterà il numero degli artigiani e dei piccoli imprenditori, di chi lavorava nell’ombra e dei precari coinvolti in un dramma che non ha ancora mietuto tutte le sue vittime. E a Reggio i poveri sono cresciuti più che altrove, formando un’altra categoria che l’Istat difficilmente potrà denominare. Non vi è altro compito per la Politica, oggi, se non quello di ribellarsi ai trattati e ai testi di Economia che antepongono il rispetto degli indicatori economici, del patto di stabilità e dei vincoli di bilancio alle istanze delle generazioni. Non si è compreso che l’Economia serve se è dell’uomo e per l’uomo, ché i teoremi e le leggi mentre indovinavano con la matematica, sbagliavano con il popolo».
Per Bombino «Occorre chiedere in fretta una ridiscussione del Piano di Rientro dal deficit del Comune di Reggio e ridurre subito l’aumento dell’imposizione fiscale locale a carico di imprese e famiglie. Un Nuovo Umanesimo da Reggio è possibile … Sì, proprio da qui, da dove si è disegnata l’Italia e l’Europa».