sabato,Aprile 20 2024

‘Ndrangheta, il 10 luglio sit-in in piazza per sostenere il pm Lombardo e tutti i giudici

Arriva in un video l'invito ai cittadini di Antimafiaduemila per stare accanto a chi ogni giorno rischia la vita per quel bene supremo chiamato giustizia

‘Ndrangheta, il 10 luglio sit-in in piazza per sostenere il pm Lombardo e tutti i giudici

In piazza per sostenere chi nelle aule dei tribunali lavora in sordina ma rischia ogni giorno la vita per la giustizia. In piazza per manifestare la vicinanza ai giudici il cui lavoro è sottovalutato, se non, nel peggiore dei casi, anche oltraggiato.

Arriva in un video l’invito a presenziare al sit- in organizzato da Antimafiaduemila il 10 luglio prossimo, alle 9.30 davanti al tribunale di Reggio Calabria, in piazzale Gaeta. La motivazione è quella di «sostenere il pm Giuseppe Lombardo e i magistrati della Dda di Reggio Calabria, alcuni magistrati rischiano la vita, non lasciamoli soli».

Provocatorio, illusorio lo spot della manifestazione da parte del Movimento Our Voice, autore e titolare del video. Ci metti un po’ ad orientarti e comprendere di cosa stiamo parlando. Quello in cui a condurre la narrazione è una giovane donna è uno spot contro la Calabria? È una pubblicità che vuole raccontare la Regione nella maniera più vera, tra cumuli di rifiuti e un’economia tagliata fuori dal resto del Paese?

E poi si accende la luce. Non ci nascondiamo dietro ad un dito, o dietro ai luoghi comuni che per ben parlare di un luogo bisogna nascondere come stanno le cose. L’attenzione, una volta tanto, non si focalizza sull’acqua cristallina, perché la Calabria non è innocente, è ricca più ancora che nel Paese più ricco d’America, la California. Un miracolo se si considera che per contraltare la stessa Regione è quella con il tasso più alto di disoccupazione, soprattutto tra i giovani.

Perchè questa sua ricchezza Calabria la deve ai super traffici di droga. «La “farina”, fresca, buonissima, esportata: Svizzera, Germania, Messico, Stati Uniti tutti commerciano con noi». Ma come può accadere tutto questo? Famiglie mafiose e capi di Stato si siedono insieme e ne discutono – recita la protagonista dello spot, muovendosi in uno scenario fatto di auto rottamate – 400 famiglie e milioni di affiliati in tutto il mondo».

Il segreto viene presto svelato, un processo rivoluzionario: «C’è un progetto di attacco allo Stato, che le mafie si sono unite, le banche si sono unite. Quindi non solo più ‘ndrangheta ma un progetto mondiale». Chi è chiamato a fare da contrappeso a tutto questo? I magistrati che chiedono di non essere lasciati soli, di scendere in piazza ed animare la rivoluzione!

Il riferimento è al processo “’Ndrangheta stragista” e al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, nel mirino della ‘ndrangheta («Prima gli spariamo, meglio è»), più volte minacciato. Lo Stato ha processato la mafia e la mafia stessa ha tirato dentro lo Stato, non si può parlare più di mafia ma «di un grande bordello» che funziona come un «sistema integrato nato per farci stare il silenzio». Contro questo silenzio l’invito è a scendere in piazza e a mostrare il vero volto di un Paese che è consapevole che tutti insieme si può fare scudo ai magistrati, e insieme portare quella parola, desiderata, anelata, ma più volta sconosciuta: giustizia.

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