mercoledì,Aprile 24 2024

Stilo, completato il restauro del portone monumentale del duomo

La causa principale di degrado è stata determinata dall’elevata umidità per l’esposizione del manufatto alle intemperie che ha maggiormente compromesso la parte esterna

Stilo, completato il restauro del portone monumentale del duomo

È terminato il restauro dell’antico portone del Duomo di Stilo. L’interruzione è finita. Sospesi temporaneamente i lavori di restauro a causa dell’emergenza, tutto è ricominciato. Il portone settecentesco ora restaurato è tornato al suo posto. Si tratta del primo passo della ripresa dei lavori di restauro. Il Duomo dovrebbe riaprire definitivamente entro il 2020.

Questo è il cronoprogramma dopo l’intesa siglata il 28 novembre a Stilo, alla presenza del Prefetto di Reggio Calabria, tra la Commissione Straordinaria del Comune, il Segretariato Regionale del MiBACT per la Calabria e la Diocesi di Locri-Gerace. La causa principale di degrado è stata determinata dall’elevata umidità per l’esposizione del manufatto alle intemperie che ha maggiormente compromesso la parte esterna. Il monumentale portone ligneo è di fattura settecentesca. Le forme e la composizione aderiscono ai canoni stilistici barocchi mostrando come Stilo fosse allineata al movimento artistico del tempo: sono leggibili nella ricchezza dei motivi ornamentali, nei profili mistilinei delle cornici e dei pannelli, nelle bugne con angoli sagomati.

Elemento particolare che rende il portone unico è la simulazione del portale architettonico che incornicia la porta centrale: due paraste laterali decorate con volute sono sormontate da un architrave che “sorregge” un frontone spezzato al cui centro è posto in altorilievo lo stemma della città di Stilo, la corona porta incise le parole ‘impero universale’ in riferimento al periodo del regio demanio della città.
Il portone è realizzato con due diverse essenze lignee: in legno di quercia il telaio strutturale visibile dal lato interno a cui è stata sovrapposta una doppia tavola in legno di castagno. Su questa sono state inchiodati gli elementi verticali e orizzontali che definiscono le riquadrature dagli angoli stondati, e via via procedendo verso l’interno di ogni riquadro sono state inchiodate cornici e bugne, nella costruzione per sovrapposizione tipica settecentesca. La cura dei particolari si denota anche nei cardini a bandella con l’estremità a forma di giglio.

Il colore verde scuro rimanda all’uso tradizionale di dipingere il fronte esterno dei portoni delle chiese in un colore simile al rame. Le indagini effettuate in laboratorio ne hanno individuato i pigmenti originali e la successiva sovrapposizione di quattro strati di ridipinture più recenti con pigmenti di sintesi mescolati a cariche minerali in uso dal XIX secolo, sempre nei toni del verde. L’intervento di restauro ha effettuato il consolidamento statico del telaio strutturale con sostituzione degli elementi portanti non recuperabili e l’integrazione delle lacune sulla facciata esterna, con impiego delle essenze lignee originali del manufatto, nel rispetto delle sue forme originali e sulla base dei criteri del restauro conservativo. L’intervento si è concluso con la verniciatura all’acqua del fronte esterno prodotta sulla base dei risultati delle analisi di laboratorio, e l’applicazione sulla parte interna di olio naturale a base di olio di lino e bucce di arance, in entrambi i casi stesi a pennello.

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