mercoledì,Aprile 24 2024

‘Ndrangheta stragista, il pm Lombardo: «È l’inizio, andremo fino in fondo»

Così il procuratore ieri, al termine della lettura del dispositivo della sentenza del processo che ha visto la condanna all’ergastolo di Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, quali mandanti degli agguati ai carabinieri che si inquadrano nella strategia che la ‘Ndrangheta pose in essere insieme a Cosa nostra

‘Ndrangheta stragista, il pm Lombardo: «È l’inizio, andremo fino in fondo»

«Speriamo che possa essere l’inizio di un percorso di ricostruzione che vada oltre quello che è stato fatto finora. Penso che questa terra e le vittime di mafia di questa terra meritino questo tipo di impegno e determinate risposte che non sono state facili». Così il procuratore Giuseppe Lombardo ieri, al termine della lettura del dispositivo della sentenza del processo ‘Ndrangheta stragista che ha visto la condanna all’ergastolo di Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, quali mandanti degli agguati ai carabinieri che si inquadrano nella strategia stragista che la ‘ndrangheta pose in essere insieme a Cosa nostra.  

«Abbiamo fatto il nostro lavoro – prosegue Lombardo –  abbiamo raccolto gli elementi disponibili, li abbiamo messi insieme. Abbiamo portato all’attenzione della Corte una ricostruzione a cui abbiamo profondamente creduto. Oggi è arrivato un risultato importantissimo. Siamo contenti di questo. Graviano ha parlato e ha spiegato alcuni passaggi importanti della sua vita. Dobbiamo prendere quello che ha detto e attenerci alle sue motivazioni».

Un ruolo sconosciuto per molto tempo quello del sodalizio criminale calabrese, «La ‘Ndrangheta ha fatto delle scelte di un certo tipo è riuscita a far credere per molti anni di non aver fatto parte di una certa strategia. Ha utilizzato gli uomini giusti ed è riuscita a nascondersi. Penso sia arrivato il momento di raccontare fino in fondo qual è il loro ruolo e la loro forza criminale. Il fatto che la ‘Ndrangheta non sia mai stata considerata per quello che era e solo oggi se ne parla come di un fenomeno universale che riguarda non solo l’Italia, ma l’Europa e il mondo intero, deve portarci anche a dare la giusta dimensione per quello che è necessario a contrastarla.

Oggi siamo impegnati nella richiesta di un potenziamento non degli uffici giudiziari in procura, ma degli uffici giudiziari giudicanti, della polizia giudiziaria che è ancora ferma agli anni in cui si parlava solo di Cosa nostra. La ‘Ndrangheta è pericolosa, questo processo dimostra che il livello era quello ed è l’occasione giusta per ribadire la necessità per svolgere gli ulteriori sviluppi di questo importante lavoro di ottenere un rafforzamento delle forze di polizia giudiziaria che quanto mai necessaria per questa terra».

Per il procuratore capo Giovanni Bombardieri si è trattato di «Un disegno più ampio che vedeva coinvolte la ‘Ndrangheta reggina unitamente a cosa nostra siciliana. Ci fermiamo a questa sentenza adesso, leggeremo le motivazioni per capire la ricostruzione che la Corte svolgerà nella sua sentenza e ci determineremo di conseguenza. Il presidente ha disposto la trasmissione di alcuni atti alla nostra attenzione per le valutazioni che saranno di nostra competenza».

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