venerdì,Marzo 29 2024

Riace, il Comune del sindaco Trifoli ordina il trasferimento (e l’assunzione) del vigile Trifoli

A ridosso di Ferragosto e a un mese dalla celebrazione dell'appello sull'ineleggibilità del primi cittadino, dichiarato decaduto perché dipendente precario dell'Ente, viene autorizzato il suo trasferimento per lavorare a 30 km di distanza e a tempo indeterminato

Riace, il Comune del sindaco Trifoli ordina il trasferimento (e l’assunzione) del vigile Trifoli

Di Alessia Candito – Nell’enorme platea di ex lsu/lpu disoccupati e in cerca di ricollocazione il Comune di Marina di Gioiosa ha scelto il sindaco di Riace, Antonio Trifoli. E guarda caso, la disponibilità ad accoglierlo – e stabilizzarlo – arriva a poche settimane dall’inizio del processo d’appello sull’ineleggibilità dell’attuale primo cittadino, che da vigile urbano a tempo determinato del Comune di Riace mai e poi mai – dice la legge – avrebbe potuto candidarsi in paese. A svelarlo – anche al Consiglio comunale, che nulla sapeva di tutto ciò – è stata una determina del 12 agosto scorso, a firma del responsabile dell’area amministrativa, Claudio Lucà.

I giudici: «Trifoli ineleggibile, deve decadere»

Per questo il Tribunale di Locri, con una sentenza di dodici pagine, lo ha dichiarato ineleggibile. «È netto lo spartiacque tra la condizione giuridica del lavoratore L.S.U. ed L.P.U. e colui il quale, nell’ambito di tale procedura occupazionale, viene stabilizzato con contratto a tempo determinato, come quello stipulato tra il Comune di Riace e il signor Trifoli» ha scritto il giudice, ordinando l’immediata decadenza del sindaco di Riace.

La partita dell’appello

Tra quell’ordinanza e la realtà, rimane l’appello fissato per settembre in seguito al ricorso che Trifoli si è affrettato a presentare per tornare a vestire la fascia tricolore. Un appuntamento a cui l’attuale sindaco di Riace si potrebbe presentare con una posizione lavorativa nuova di zecca, che secondo alcuni rimuoverebbe alla base i motivi di ineleggibilità. Da dipendente di un altro Comune, non avrebbe più alcun “conflitto di interesse” a Riace, ma – sostengono diversi giuristi – la cosa potrebbe valere per il futuro e non cancellerebbe un illecito già stato commesso.

L’assist (e il silenzio) del Comune di Marina di Gioiosa

Una questione che toccherà ai giudici sciogliere, sempre che il Comune di Marina di Gioiosa dia seguito alla disponibilità che la determina agostana dell’amministrazione di Riace sembra dare per scontata. Anzi, si presuppone che Trifoli venga addirittura stabilizzato «dalla prima data utile, ai sensi della normativa vigente e accedendo al finanziamento regionale all’uopo preposto», approfittando della finestra aperta dai «commi 465/467 della legge di bilancio che hanno aperto uno scenario completamente nuovo, introducendo delle deroghe alle limitazioni prima imposte alle assunzioni e soprattutto la possibilità che i lavoratori facciano richiesta di essere stabilizzati presso di enti diversi da quello di appartenenza».

Ultima carta o piano B?

Cosa opini al riguardo l’amministrazione di destinazione non è dato sapere. «È una richiesta che possono presentare tutti» si difende il sindaco di Marina di Gioiosa, Giuseppe Femia. Sul perché il suo Comune dovrebbe avvalersi dei servigi di un lavoratore in aspettativa per motivi elettorali, attualmente impegnato nell’amministrazione di un Comune, dunque ragionevolmente con poco tempo da dedicare ad altro, il sindaco preferisce glissare. E prendere tempo. «Non c’è nulla di deciso» afferma. Ma Trifoli tempo non ne ha poi molto. Alla prima udienza del processo d’appello sulla sua ineleggibilità non manca poi molto. A meno che, data per persa la causa, non si stia affrettando ad organizzare un piano B per il futuro.

Gli uffici che informano Trifoli (sindaco) del trasferimento di Trifoli (dipendente)

Nel frattempo la sua amministrazione si preoccupa di informare della cosa, trasmettendo copia del provvedimento «al sindaco» – cioè il lavoratore interessato e diretto beneficiario del trasferimento – alla Giunta comunale ed al segretario comunale. E il Consiglio? Evidentemente – si ritiene – degli affari del suo sindaco/dipendente non è chiamato a interessarsi.

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