mercoledì,Aprile 24 2024

Lazzaro, Crea: «Esplodono focolai nella discarica di Comunia»

Il referente Ancadic ipotizza che stia bruciando il telone di copertura dei rifiuti. Da qui potrebbe provenire l’odore acre di plastica bruciata che molti cittadini lamentano di percepire nell’area circostante

Lazzaro, Crea: «Esplodono focolai nella discarica di Comunia»

«A causa di un incendio divampato nelle scorse settimane,  l’emergenza ambientale e sanitaria in località Comunia, da preoccupante è diventata allarmante.  Anche le operazioni di spegnimento del fuoco nell’adiacente area che interessa l’impianto di compostaggio sono ferme.  Da diversi giorni a seguito di alcune frane che si sono registrate nel versante trasversale dell’invaso nell’angolo lato mare sono esplosi dei focolai e il fumo la cui intensità varia durante la giornata che fuoriesce da detti crateri viene incanalato dal vento nel torrente sottostante verso l’abitato del Centro cittadino di Lazzaro». Così in una nota Vincenzo Crea, referente unico dell’ANADIC e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”

Ciò fa intuire che il fuoco sta bruciando i sottostanti rifiuti depositati nel tempo. A circa due/tre metri di distanza emerge il telone di copertura dei rifiuti che non si esclude possa essere già stato danneggiato dal fuoco nei sottostanti strati che hanno, finora, coperto i rifiuti. Da qui potrebbe provenire l’odore acre di plastica bruciata che molti cittadini lamentano di percepire, nell’area circostante la discarica l’aria è soffocante.

Tale stato di fatto non solo aumenta notevolmente i pericoli per la salute dei cittadini  e arreca ulteriori danni all’ambiente, ma può determinare, a nostro avviso, il cedimento di gran  parte  dell’impianto  di  discarica  coinvolgendo  anche  le adiacenti aree ove sono depositati notevoli  quantitativi  di  rifiuti  dell’impianto di compostaggio e in tal caso il percolato ed i rifiuti si riverserebbero nell’alveo del torrente Saitta  raggiungendo  per la seconda volta, ma questa volta in maggiore  quantità,  le abitazioni a valle. Una ulteriore bomba ecologica. Ricordiamo che autorevoli geologi hanno certificato che l’area su cui è stata realizzata la discarica ricade nell’ambito di un pendio diffusamente interessato da frane e la Regione Calabria, nell’ambito del progetto di messa in sicurezza e ampliamento della discarica a servizio dell’impianto di Sambatello, ha in corso accertamenti per verificare la stabilità dei pendii e la presenza di frane in profondità.

Si reitera, pertanto, la richiesta di un serio e tempestivo intervento dello Stato per scongiurare ulteriori più gravi pericoli per la salute e l’incolumità pubblica, soprattutto dell’abitato di Lazzaro, sia per quanto riguarda lo spegnimento del fuoco, ancora in atto, nella vasta area circostante l’impianto di compostaggio, sia per quanto riguarda il fuoco che si è innescato sotto i rifiuti coperti in discarica, in merito al quale non si può sapere cosa stia succedendo nel sottosuolo, situazione che va immediatamente verificata con urgenza, nel fondato timore che ci siano ulteriori focolai esplosi o che stanno per esplodere. La gente è esasperata ed è superfluo tornare sullo stesso ritornello ovvero sui disagi che è costretta a subire e sulle paure che questi effetti nocivi possano provocare, anche a medio / lungo termine, sulla salute. L’ANCADIC ha immediatamente attivato tutte le Istituzioni competenti financo il Governo nazionale.

 Con riferimento a quanto comunicato con la nota del 19 agosto 2020  riguardante l’approvvigionamento idrico per spegnere l’incendio si precisa e si chiarisce che il Signor A.D. proprietario di un terreno adiacente all’area interessata, si è reso disponibile sin dall’inizio, come anche anticipato dallo stesso Assessore all’Ambiente del Comune di Motta S.G. di essere disponibile al ripristino del tratto del tubo idrico bruciato all’interno della discarica,  mettendo a disposizione la propria opera ed il materiale per gli allacci per far giungere l’acqua a destinazione. Resta chiaro che l’acqua è di proprietà del Comune».   

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