mercoledì,Aprile 24 2024

Coronavirus, lo studio Usa: «A febbraio in Italia 500 morti al giorno»

Per l’istituto dell’Università di Washington finanziato dalla fondazione Gates il picco non è ancora stato raggiunto. Gli esperti cauti: «Dobbiamo attendere per comprendere il vero impatto di Omicron sui decessi»

Coronavirus, lo studio Usa: «A febbraio in Italia 500 morti al giorno»

La pandemia continua a registrare numeri preoccupanti. In Italia i casi sono raddoppiati nel giro di una settimana. Attualmente i positivi sono 1.265.297 con un incremento del +111,3%. Dagli Usa arrivano proiezioni allarmanti. In base a quanto riportato dall’Ihme, istituto dell’Università di Washington finanziato dalla fondazione Gates, il picco dei morti, che adesso sono tra i 100 e i 200 al giorno, non è stato ancora raggiunto. Arriverà a metà febbraio e potrebbe portare a un numero di decessi tra i 350 e 580. Dipenderà dall’uso delle mascherine e soprattutto dagli effetti incalzanti di Omicron.

Il picco del contagio

Il parere degli esperti oscilla tra cauto ottimismo e preoccupazione. Sull’argomento è intervenuto anche Lorenzo Monasta, epidemiologo del Burlo Garofolo di Trieste che collabora dall’Italia con Ihme: «L’ipotesi di sfondare la quota 400 decessi non è remota — spiega — potrebbe davvero diventare realtà tra qualche settimana». Secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie, il picco dei contagi verrà raggiunto entro la fine di gennaio: «Però potrebbe anche anticipare un po’ anche rispetto alle stime di Ihme, cioè presentarsi tra il 20 e il 30 di gennaio», aggiunge l’esperto.

E ancora: «Non è escluso che ci si avvicini ai 500mila casi al giorno, come dice l’istituto dell’Università di Washington — spiega Monasta — L’occupazione dei letti ospedalieri salirà ma non arriveremo ai livelli dei momenti più duri della pandemia». Il calo della circolazione avverrà «sia per le restrizioni che per i vaccini, come è successo altrove».

Il tracciamento in tilt

Il forte aumento dei contagi intanto ha messo in crisi il tracciamento. In tale contesto le Aziende sanitarie faticano a circoscrivere i focolai. E c’è il rischio che i tamponi rapidi non riescano ad individuare la mutazione, come specificato ieri dal consulente della struttura commissariale per l’emergenza Guido Rasi.

In merito ai decessi e alle proiezioni di Ihme, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco puntualizza: «Attenzione, le morti che vediamo adesso sono di persone contagiate da molti giorni, quindi probabilmente colpite ancora dalla variante Delta. Dobbiamo attendere per comprendere il vero impatto di Omicron sui decessi».

Non è detto che si registrino dati catastrofici: «Dove sta andando l’epidemia? È già in una fase di picco stagionale, cosa che dimostra una progressiva transizione verso l’endemia — dice Lopalco — La diffusione in effetti ha una modalità endemica, con tantissime infezioni, molti casi lievi e pochissimi clinicamente gravi». Non solo, a giudizio dell’epidemiologo: «L’ampia circolazione di Omicron più la vaccinazione possono essere l’inizio della fine della pandemia. Ora abbiamo uno scenario di picco influenzale pesante, che infatti è in grado di esercitare una alta pressione sugli ospedali».

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