Riace, Lucano verso la decadenza: «Non mollo, affronterò anche questo»
Il sindaco deciso: «Non sono mai scappato davanti alla legge e non lo farò nemmeno stavolta»

«In questo momento provo due sensazioni contrastanti che si fanno forza nell’anima con la stessa intensità. La prima è di lasciare perdere tutto, perché evidentemente qualcuno ha forti preoccupazioni rispetto agli ideali che porto avanti. L’altra sensazione è quella che mi spinge a continuare perché so che il nostro lavoro a Riace è importante, dopo gli anni bui in cui ha governato la Lega e il centrodestra, per perseguire un sogno di solidarietà di cui sono testimone». È il commento del sindaco di Riace Mimmo Lucano appresa la notizia che la prefettura di Reggio Calabria ha avviato la procedura per la sua incandidabilità e, quindi, decadenza in seguito alla condanna per falso, rimediata nel processo “Xenia” a 18 mesi di reclusione con pena sospesa.
«Non sono mai scappato davanti alla legge e non lo farò nemmeno questa volta – ha aggiunto Lucano che è anche europarlamentare di Avs -. Ovviamente, a scanso di equivoci, non ho alcuna intenzione di mollare. Rivendicherò le mie ragioni in ogni sede per il rispetto che provo nei confronti dei cittadini di Riace che hanno votato un sindaco e un progetto che non è certamente quello di chi spera, per motivi che nulla hanno a che vedere con la politica, di ribaltare l’esito delle elezioni sfruttando una legge tutta da interpretare. Evidentemente nel centrodestra c’è chi pensa che la legge Severino sia una legge giusta solo se riguarda Mimmo Lucano. Mi conforta che secondo i miei legali, la condanna che ho subito non rientra tra quelle che prevedono la decadenza. Detto questo, ho affrontato 7 anni di processo sapendo, da innocente, che potevo rischiarne quasi il doppio di carcere. Affronterò anche questa situazione».
Reazioni anche da parte della minoranza riacese. «La legge Severino, per quanto qualcuno la consideri ingiusta, deve valere per tutti – ha dichiarato il capogruppo di opposizione Antonio Trifoli – Valeva per Berlusconi quando decadde da senatore e per il sindaco di Reggio Falcomatà, sospeso dalla carica». Tuttavia si chiede Trifoli: «Come mai la Prefettura, visto che Lucano è stato dichiarato incandidabile dal Ministero, non ha applicato prima la legge Severino?».