martedì,Aprile 23 2024

Tapis roulant, Reggio 70: «L’Amministrazione non ha eccessivo interesse a risolvere il problema»

«Questi signori, che con un atto di puro masochismo collettivo misto a brogli elettorali, sono ancora in sella al cavallo bianco di palazzo San Giorgio, in 7 anni non sono stati in grado nemmeno di abbozzare uno straccio di progetto utile a far funzionare quello che altro non sono che delle scale mobili»

Tapis roulant, Reggio 70: «L’Amministrazione non ha eccessivo interesse a risolvere il problema»

«A fronte dalla cortesia istituzionale che abbiamo potuto registrare durante il nostro incontro in Commissione consiliare, non corrispondono buone notizie per quanto riguarda il Tapis Roulant e la sua rimessa in funzione. I reggini dovranno aspettare ancora tanto tempo prima di vedere funzionare l’importante struttura cittadina». Ad affermarlo è il presidente del circolo Reggio 70 Giuseppe Lembo. «La delegazione composta da Antonino Campo e Raffaele Zito – continua – introdotti grazie alla collaborazione del consigliere Giuseppe De Biasi, ha posto delle domande e avanzato delle proposte in merito alla annosa questione del tapis roulant, ottenendo tuttavia, le risposte che non avrebbero voluto sentire, poiché dalle risultanze dell’istruttoria tecnica i lavori per il ripristino delle condizioni di fruibilità delle scale mobili non potranno iniziare prima del mese di fine anno.

Altro che estate in mobilià e Tapis Roulant che fa da sfogo alla nuova isola pedonale ideata da Falcomatà e compagni. Questa amministrazione intende attingere ancora una volta ai fondi del Patto per il Sud, dimostrando di avere soltanto adesso iniziato a considerare l’ipotesi di riprendere in mano la struttura. Risulta dunque, ancora una volta evidente che manca assolutamente a questa giunta comunale un’ottica di programmazione, che consenta di guardare avanti con lungimiranza». Reggio 70 ha formulato proprio questa eccezione durante l’intervento dei suoi delegati, sottolineando «la semplice considerazione che una soluzione tampone, come pare essere questa illustrata, senza che si preveda un progetto di sostenibilità a lungo respiro e di autofinanziamento, comporterà soltanto uno spreco di risorse pubbliche e non la soluzione del problema che certamente si ripresenterà tra qualche tempo.

Ribadendo pertanto, la disponibilità al confronto mostrata dagli interlocutori, non è sfuggita all’attenzione dei delegati del Movimento il non eccessivo interesse alla soluzione del problema, vista l’inerzia sinora registrata e la mancanza di progettualità, a danno dei tanti reggini che fruivano delle potenzialità del tapis roulant. A questo punto di paradosso è facile accorgersi che si sta giocando con l’intelligenza di questa comunità, alla quale si chiede maggiore ambizione mentre le vengono negati i diritti ed i servizi elementari del vivere civile, persino quelli più importanti legati alla sicurezza sulle strade ed all’igiene e salubrità pubblica. Una amministrazione che in questi anni ha perso milioni e milioni di finanziamenti anche a fondo perduto, per l’incapacità di programmare, progettare e perfino guardare oltre il proprio naso».

Per Lembo, «questi signori, che con un atto di puro masochismo collettivo misto a brogli elettorali, sono ancora in sella al cavallo bianco di palazzo San Giorgio, in 7 anni non sono stati in grado nemmeno di abbozzare uno straccio di progetto utile a far funzionare quello che altro non sono che delle utilissime ma pur sempre scale mobili, abbandonate al degrado e danneggiate proprio dall’inerzia perenne di questi anni bui per la città, oggi teatro persino di disperazione umana, senza che nessuno intervenga. E mentre si sbandiera il Waterfront (scusa, ma non lo avevi accantonato per sistemare le strade e garantire i servizi minimi?), una struttura già esistente, utile e importante per numerose categorie di cittadini langue in attesa di scontare una fase punitiva, forse perchè qui ci sarebbe molto poco da intestarsi.

Pertanto, Reggio 70 non può tacere con quest’aria di resa incondizionata che si respira in città e di fronte al degrado in cui versa un’opera pubblica per il cui funzionamento basterebbe un progetto di sostenibilità economica, di una tra le molteplici fattispecie possibili e che l’ordinamento giuridico mette a disposizione (solo a titolo di esempio, una forma di partenariato). Ennesima occasione persa per la città che, alla vigilia delle riaperture post pandemiche, quindi alla ripartenza delle attività turistiche, si fa trovare ancora una volta impreparata. Diversamente, il settore avrebbe potuto beneficiare di una struttura che rappresenta sicuramente un volano per il turismo oltre che un’infrastruttura estremamente utile per la mobilità dei cittadini di Reggio ai quali chiediamo di non rinunciare lai a protestare, magari standoci a fianco nelle prossime iniziative».

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