sabato,Aprile 20 2024

Reggio, l’Anas chiude svincoli “inutili” sulla SS106: ma nessuno lo sa

Comunicazione inesistente per lavori e interventi vari. E i reggini continuano a subire scelte cervellotiche

Reggio, l’Anas chiude svincoli “inutili” sulla SS106: ma nessuno lo sa

Ogni mattina, un reggino che non abita al centro, si alza e sa che dovrà correre. Lo farà per amore di sé stesso, ma lo farà anche per evitare le tante trappole che questa meravigliosa città gli tende. Chi viene dalla periferia della città Metropolitana, d’altra parte, paga quel senso di abbandono che permea la vita dei reggini da tempo immemore.

Razionare senza raziocinio?


Quando la mattina si alza, il reggino della periferia, ma non solo per la verità, ha un unico pensiero: riuscirò a lavarmi come si deve prima di andare al lavoro o di uscire di casa per le più elementari attività di un nucleo familiare? La risposta è come un terno a lotto. Il reggino si gioca i suoi numeri, e spera. Ma spesso la realtà si scontra coi sogni di una vita normale.


Ed ecco che apri il rubinetto del lavandino, e senti solo i sussurri lontani del Sahara, e il gorgoglio di un impianto idrico che sbotta. Ma l’acqua, quel liquido prezioso e vitale, si fa attendere. Nella periferia sud, parliamo di San Gregorio – si quella località dove una distesa infinita di rifiuti fa da biglietto da visita al mercato ortofrutticolo più abusivo del Paese – ma anche di Pellaro. Ma solo alcune zone. Perché dai primi di agosto, anche per via della siccità che si unisce all’atavico problema dell’approvvigionamento – l’acqua viene razionata in maniera quantomeno discutibile. Spesso non al mattino, ma neanche la sera. Un modo cervellotico di rifornire le case dei reggini che devono anche veder moltiplicare le bollette già salatissime per il continuo ricorso all’autoclave. Che però non sempre risolve il problema, perché se lasci le tubature a secco per dodici e più ore, una famiglia l’acqua la consuma e si ritroverà sempre senza.

Il consigliere delegato Francesco Barreca, ai primi di agosto rispose che era necessaria questa pratica di razionare l’acqua e che la cosa sarebbe durata almeno fino a ferragosto. Alla domanda del perché non fosse stato ufficialmente comunicato alla cittadinanza il “piano” studiato sicuramente a tavolino da Palazzo San Giorgio, rispose che il Comune non ha un ufficio stampa stabile. Insomma, pare la conclusione del discorso, i reggini lo avrebbero dedotto dall’assenza del prezioso liquido. Il punto cruciale però resta. Ad oggi i cittadini non sanno quando arriva l’acqua e quando viene tolta. Dunque, arrangiatevi, almeno fino a quando qualcuno, anche in tempo di elezioni, non decida di spiegare bene cosa succede, magari presentando un calendario con orari precisi per rendere meno difficile, non certo più facile, la vita dei reggini che sulla Diga del Menta avevano scommesso forte. Ma anche quella si è rivelata un terno al lotto.

In coda perenne


Ma poi, risolto il primo problema, quello dell’igiene intima, ma anche di alcune faccende di casa, ecco che si presenta l’altro problema: arriverò in tempo dove devo andare? Si perché sempre dalla periferia sud maltrattata, per arrivare in centro città ci vuole un po’ di tempo. I cantieri brillantemente e coscientemente posizionati dall’Anas a ridosso delle feste Mariane e della imminente riapertura delle scuole, in prossimità dello svincolo di San Gregorio, non fanno dormire sonni tranquilli. Il reggino deve industriarsi, per evitare le lunghe file che hanno caratterizzato questo primo scorcio di lavori – il secondo “lotto” durerà almeno due mesi – anche perché il tratto autostradale interessato è anche l’unico che permette di raggiungere la città. Nessuna strada alternativa, nessuna scorciatoia per gli automobilisti. E non inganni la pulizia del sottopasso dell’Aeroporto, pubblicizzata nei giorni scorsi. Ancora l’apertura è lontana. E lo si capisce dalle centinaia di auto che speranzose di evitare le file, sono costrette a fare il percorso a ritroso per ritornare nell’inferno da cui avevano provato a scappare. Lavori necessari, si dirà. Per carità, sarà pure così. Ma la domanda del reggino è sempre la stessa: ma perché ora? Non si può lavorare di notte quando il traffico è meno sostenuto, come avviene in ogni altra parte del mondo? Non spetta a noi rispondere. Per cui godetevi questi ultimi scampoli di andatura costante in automobile, perché il “peggio” deve ancora arrivare.


Intanto però, dai canali social “Reggio: info e comunicazioni” – la foto è tratta dalla pagina facebook -, non certo da Anas né tanto meno da un politico addetto ai lavori, si viene a sapere che “l’Anas sta provvedendo alla chiusura degli innesti “inutili” alla SS 106. Sono già stati chiusi quello di Malderiti e quello di “Irto” (accesso da Cimitero-Arangea-Malderiti)”. Da qui l’esortazione a “prestare la massima attenzione”.

Niente da dire su questo, visto che spesso proprio questi innesti invisibili e “inutili” sono causa di incomprensioni e incidenti tra automobilisti. E infatti i commenti alla notizia sono per lo più positivi. Tuttavia gli interventi insistono su quella stessa strada teatro di file interminabili.
Insomma, se sei un reggino, e a maggior ragione se vivi in quella che chiamano periferia, delle cose storte te ne devi accorgere tu, perché nessuno che ti aspetti verrà a dirtele.


Ogni giorno, un reggino che non abita al centro, e vuole tornare a casa sa che dovrà correre. Lo farà per amore di se stesso, ma lo farà anche per evitare le tante trappole che questa meravigliosa città gli tende. E tutto per poter arrivare alla propria dimora in tempo e con la speranza di potersi fare una doccia. Un terno al lotto.

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