giovedì,Aprile 25 2024

Arma e familiari ricordano i carabinieri Fava e Garofalo

Commemorazione per i due appuntati uccisi il 18 gennaio 1994 vicino all'uscita autostradale di Scilla

Arma e familiari ricordano i carabinieri Fava e Garofalo

di Francesco Altomonte

Sono passati 26 anni, ma il dolore delle famiglie è rimasto immutato, così come la risolutezza da parte dell’Arma dei carabinieri nel ricordare il sacrificio di due dei suoi figli. La commemorazione degli appuntati Antonino Fava e Vincenzo Garofalo si è rinnovata, anche quest’anno, nello stesso luogo dove i militari furono barbaramente uccisi dalla ‘ndrangheta il 18 gennaio 1994. Nel piazzale dell’A2 poco distante dall’uscita di Scilla, autorità civili e militari si sono unite ai familiari dei due appuntati per rinnovare l’impegno alla memoria.

«Come ogni anno anche oggi siamo qui – ha dichiarato Ivana Fava, figlia del compianto Antonino – dove Nino e Vincenzo hanno perso la loro vita. Il posto in cui la ‘ndrangheta nel 1994 ha deciso di alzare il tiro sfidando lo Stato e uccidendo due servitori delle istituzioni. E noi familiari sentiamo il bisogno tutti gli anni di stare accanto allo Stato, alle autorità civili e militari, perché questo luogo in cui è stato consumato un atroce delitto, bagnato dal sangue di due umili servitori dello Stato per mano mafiosa, noi ce li riprendiamo».

Movente, mandanti e killer dei due carabinieri sono stati scoperti sono molti anni dopo grazie a una indagine congiunta di polizia e carabinieri. Un duplice omicidio che s’inquadra in quella strategia stragista di ‘ndrangheta e cosa nostra contro lo Stato. «Nonostante siano passati 26 anni – ha sottolineato Andrea Paterna, comandante della legione Calabria dei carabinieri – il tempo non ha scalfito il ricordo di due commilitoni che sono caduti in questa terra. Quella contro la ‘ndrangheta è una guerra difficile, va portata avanti e vinta a tutti i costi».

Articoli correlati

top