venerdì,Marzo 29 2024

Coronavirus, Crea (Adda): «Nessuno capisce le difficoltà dei disabili»

Il presidente dell'associazione incalza il Governo: «Il diritto di vivere non è una concessione. Nessuno speculi su di noi»

Coronavirus, Crea (Adda): «Nessuno capisce le difficoltà dei disabili»

«Questa pandemia ha dimostrato plasticamente,se ce ne fosse bisogno,che 4 milioni di Italiani continuano a vivere nel limbo. Invisibili, messi ai margini dalla società e considerati come un peso». Così in una nota Vito Crea, presidente dell’associazione Adda.

«Le misure finora adottate non recepiscono le istanze e i bisogni delle fasce deboli – prosegue Crea – Una kamikaze come il Ministro dell’Istruzione rilascia circolari e dichiarazioni che confermano l’ignoranza e la poca conoscenza delle problematiche che vivono le famiglie e in special modo gli autistici. Non lasciare nessuno indietro, di grazia me lo può spiegare come? Con la dad che il 70% degli alunni disabili non è in grado di seguire?».

Nelle varie conferenze stampa del dittatore Conte non si nota uno straccio di idea sulla condizione dei caregifer, sulle condizioni socioeconomiche. A tal proposito incollo un pensiero del senatore Davide Faraone capogruppo di Italia Viva, componente dell’attuale maggioranza di governo: Ma voi che ieri avete deciso di non riaprire i centri per persone con disabilità, voi che continuate a limitarne le uscite, voi che limitate l’assistenza domiciliare, tutto in nome di una emergenza sanitaria e della tutela della salute dei cittadini, cosa ne sapete della vita vissuta in quelle case? Me lo chiedo perché ho provato a farvi capire in tutti i modi il dramma che in tanti stanno vivendo, scontrandomi con un muro di gomma».

«Sapete cosa vuol dire per un un papà far indossare tutte le sante mattine un casco al proprio figlio, di quelli che si indossano per andare in moto, per girare in casa e impedirgli di sfracellarsi la testa contro un muro in una delle sue crisi autolesioniste? Si tratta di salute anche in questo caso o no? Che ne sapete delle mamme e delle loro notti passate insonni con i loro figli che non dormono senza farmaci o in casi più gravi psicofarmaci, messi da parte per evitare controindicazioni e rischi di finire in ospedale ed essere contagiati?».

«Non è tutela della salute? Che ne sapete dei salti mortali fatti per spiegare che non si può uscire, che non si può vedere un terapista in questi anni diventato amico? Che ne sapete della didattica totalmente negata ai ragazzi con disabilità visto che ieri anche su questo non avete preso alcuna misura specifica? Niente, non ne sapete niente».

«Eppure vi permettete di lasciare tutto immutato, di non cambiare nulla dopo mesi di arresti domiciliari. Non è dell’insofferenza o del capriccio di chi deve fare shopping o un weekend al mare che stiamo parlando. Ma del paradosso di chi in nome della tutela della salute, la salute la sta perdendo».

«Su 450 esperti a libro paga della Unità di crisi non c’è uno che capisce le problematiche dei disabili. Nella nostra Calabria ancora nel 2020 non viene applicata la 328/2000, l’art.14 una chimera, protocolli di intervento zero, per una ordinanza di civiltà, per contenere gli stati ansiosi aggressivi e per poter uscire ci hanno messo 2 mesi».

«Per Crea non è comunque tutto perduto. «Se prendiamo coscienza che il fardello è sempre sulle spalle delle famiglie dobbiamo trovare il coraggio della ribellione e non guardare in faccia nessuno e inchiodare i falsi perbenisti, gli sciacalli, i pseudoeducatori e sociologi alle proprie responsabilità e Capire che il diritto di vivere non è una concessione, un privilegio o altro e che nulla e nessuno può speculare e usarci per i loro meschini fini e per purificarsi l’anima per le loro discriminazioni e nefandezze».

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