martedì,Aprile 23 2024

L’Unione donne d’Italia chiede le dimissioni di Massimo Ripepi

Il movimento attacca: «Noi donne, madri, figlie, lavoratrici, imprenditrici abbiamo il diritto, l’opportunità e l’obbligo di rompere il muro di omertà denunziando e focalizzando l’attenzione su quello che succede sotto i nostri occhi»

«Tra le molteplici forme in cui si incarna il patriarcato vi sono le numerose riproduzioni in modo subdolo nelle sfere sociali, privata, religiosa associativa e politica. Il patriarcato, come la mafia, nega la propria esistenza ma si trova dappertutto ed è il miglior alleato del maschilismo e del razzismo. In questi giorni ne stiamo percependo segnali forti e chiari nell’orrenda vicenda di abuso su minore che sta attraversando la nostra città. Ci chiediamo quale sia il codice etico e morale che questo patriarca- “papà”- santone proponga ai suoi seguaci e se ricoprire cariche pubbliche sia coerente con il credo patriarcale che professa». Così Melina Mercouri, attivista del movimento Unione Donne d’Italia Reggio Calabria sul caso Ripepi. 

«Il patriarcato – spiega Mercouri – ha fatto, fa e farà vittime segnalate nelle aule dei tribunali o presenti nelle cronache e dimenticate il giorno dopo, o per la stragrande maggioranza celate nelle nostre case e mai denunciate. 

Noi donne, madri, figlie, lavoratrici, imprenditrici ecc abbiamo il diritto, l’opportunità e l’obbligo di rompere il muro di omertà denunziando e focalizzando l’attenzione su quello che succede sotto i nostri occhi. 

L’Unione Donne in Italia di Reggio Calabria nel perseguire l’idea che una società libera non dia la possibilità a qualsiasi forma patriarcale di rappresentarsi negli organi democratici, chiede quindi le dimissioni del Consigliere Ripepi dal consesso civico e da tutte le cariche istituzionali».

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