venerdì,Marzo 29 2024

Manifesti aborto, Circolo ReggioSud: «Una legge nata per tutelare le donne»

Il circolo ReggioSud soddisfatto per la decisione «circa la rimozione dei manifesti ideati dai movimenti "Pro-Life" e apparsi per l'ennesima volta nella nostra città»

Manifesti aborto, Circolo ReggioSud: «Una legge nata per tutelare le donne»

È la vicenda della censura contro l’aborto che fa molto discutere. Sul caso intervengono nome le donne e gli uomini del circolo ReggioSud.

Si ritengono soddisfatti per la decisione presa dal Sindaco Giuseppe Falcomatà «circa la rimozione dei manifesti ideati dai movimenti “Pro-Life” e apparsi per l’ennesima volta nella nostra città».

Il motivo è che «la libertà di esprimere le proprie opinioni non può, in nessun caso, andare contro una legge dello Stato». Ed il riferimento è alla legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), possibile entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari.

Una legge nata per tutelare le donne che, fino a quel momento,  «erano costrette a ricorrere ad aborti clandestini con gravi rischi per la propria salute. Grazie Sindaco, perchè l’attenzione su questi temi deve restare sempre alta, perchè nessun diritto si può ritenere acquisito per sempre e va quindi difeso contro tutti i tentativi di tornare ai tempi bui delle mammane e degli aborti sui tavoli delle cucine.

Grazie a nome di tutte le donne che hanno perso la vita soltanto perché avevano scelto, sicuramente con sofferenza, di non voler portare a termine una gravidanza. Grazie a nome di tutte le donne e gli uomini che hanno lottato affinché venisse approvata una legge che consentisse a tutte le donne di abortire in strutture pubbliche in modo sicuro e gratuito. Cogliamo l’occasione di lanciare, piuttosto un grido d’allarme che riguarda la piena applicazione della Legge 194.

Oggi ci sono ospedali pubblici che annoverano una percentuale di medici obiettori che supera il 95%. Questo rende, nei fatti, inapplicabile una legge dello Stato. Di questo ci si dovrebbe scandalizzare, non certo della rimozione di manifesti che sembrano usciti dal secolo scorso».

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