sabato,Aprile 20 2024

Immigrazione, Alazar e Musa e la loro nuova vita da giovani liberi

In Italia hanno trovato protezione e, nella comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria, accoglienza e possibilità di un futuro

Immigrazione, Alazar e Musa e la loro nuova vita da giovani liberi

Eritrea e Gambia sono i loro paesi di provenienza. Alazar e Musa hanno due storie diverse ma il loro destino di riscatto si sta compiendo a Reggio Calabria, nella casa dell’Annunziata della comunità Papa Giovanni XXIII, struttura accreditata dalla Regione per l’accoglienza di Minori Migranti non accompagnati.   

«Sono nato e cresciuto ad Asmara, la capitale dell’Eritrea. Del mio paese mi mancano la comunità e l’amore che ci legava, i miei amici, i luoghi, tutto», c’è nostalgia nelle parole di Alazar Temesgen Solomon, giovane di 26 anni, arrivato in Italia nel 2018 con la famiglia, che oggi vive in Piemonte. È arrivato tramite i corridoi umanitari, il programma sicuro e legale di trasferimento e integrazione in Italia rivolto a migranti in condizione di particolare vulnerabilità che lui ha descritto come un «percorso di conoscenza dell’Europa e dell’Italia molto importante, un’esperienza preziosa».

«Ho lasciato l’Eritrea perché non ero libero di scegliere – racconta Alazar – ero obbligato a fare il militare e non avevo futuro. Il governo dittatoriale mi impediva di fare ciò che desideravo e adesso tornarvi per me sarebbe addirittura pericoloso».

Da alcuni mesi vive a Reggio Calabria dove, conoscendo cinque lingue, tigrino, amarico, arabo, inglese e italiano, lavora come mediatore interculturale per la casa Annunziata della comunità Papa Giovanni XXIII.

«Da quando sono qui in Italia non ho più paura e mi sento realizzato e al sicuro. Qui a Reggio adesso ho un lavoro e posso aiutare la mia famiglia. Sono felice e particolarmente contento di poter affiancare altri giovani andati via dal loro paese. Conosco quell’esperienza, so quello che hanno attraversato e come si sentono e per questo posso supportarli nella ricerca di un futuro in Italia, cercando di facilitare la loro integrazione».

Così la nostalgia di Alazar si accompagna all’impegno per gli altri e a progetti di vita che può liberamente scegliere, senza che alcuno lo prevarichi o lo costringa a fare altro. Pensando al suo futuro, studiando infermieristica e aiutando altri giovani migranti, qui Alazar ha iniziato la sua nuova vita da giovane libero.

Nella stessa comunità a Reggio Calabria ha scelto di restare Musa Touray, approdato senza la sua famiglia con uno sbarco quasi cinque anni fa, quando aveva solo 14 anni.

È stato subito accolto nella casa dell’Annunziata della comunità Papa Giovanni XXIII, dove ancora vive con altri giovani migranti arrivati da soli sulle nostre coste. La sua famiglia è rimasta in Gambia.

«Sono arrivato il 22 ottobre 2016 e qui sono stato accolto con amore. Mi sono sempre sentito a casa. Mi hanno dato tutto ciò di cui avevo bisogno», ha raccontato Musa che ricorda bene quel giorno dopo il quale la sua adolescenza ha avuto la possibilità di essere diversa. Qui a Reggio, dove è sempre rimasto fin dal suo arrivo, ha ricominciato a sognare.

Oggi ha 19 anni e, dopo aver ripreso la scuola all’istituto comprensivo Telesio-Montalbetti, adesso sta per diplomarsi l’Istituto Tecnico Industriale Vallauri – Panella con indirizzo Meccanico.

«Se trovassi un lavoro, dopo il diploma, resterei qui. Vorrei avere una famiglia», ha raccontato ancora Musa.

Un tempo un adolescente coraggioso e determinato ma senza prospettive, oggi Musa è un giovane pieno di speranza che coltiva interessi, frequenta gli scout, pratica il calcio nel ruolo di attaccante, anche se ancora non ha ancora trovato la squadra giusta per lui, e tifa ovviamente per la Reggina. 

La pandemia non ferma gli sbarchi

Dall’agosto 2020 in Calabria ci sono stati 29 sbarchi spontanei in alcuni punti della nostra costa Reggina, come Ferruzzano, Roccella Jonica, Locri e lo scorso dicembre anche Reggio. «Sono arrivati 1759 migranti di cui 351 minori, provenienti da Pakistan, Siria, Egitto, Kurdistan, Afghanistan, Iran. Di questi 17 sono stati accolti nei mesi scorsi anche nella casa dell’Annunziata gestita dalla comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria, ente Pontificio e struttura accreditata dalla Regione per questa tipologia di accoglienza finanziata con il fondo nazionale Asilo», ha spiegato Giovanni Fortugno, della comunità Papa Giovanni XXIII di Reggio Calabria.

L’emergenza sanitaria in atto ha richiesto alla struttura la predisposizione di ambienti dedicati alla quarantena e di procedure di accoglienza particolari. «Coloro che sono affetti da Covid 19 vanno in una struttura dedicata. Coloro che, risultati all’arrivo negativi, nelle more degli altri tamponi, qui hanno soggiornato in una stanza adibita a quarantena», ha spiegato ancora Giovanni Fortugno.

Le migrazioni, quale segno del tempo e non emergenze, dunque, proseguono, e abbassare la guardia sarebbe un errore specie per i giovanissimi che ancora lasciano paese di origine e famiglia e arrivano in Italia.

«Auspichiamo che al più presto ci si sieda ad un tavolo e si ragioni sugli sbarchi che certamente proseguiranno. Soprattutto per occuparci dei minori in arrivo», ha concluso Giovanni Fortugno.

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