Agi 2000, 30 anni al servizio della disabilità ma in attesa dei piani di zona
La presidente Bottari: «Siamo in zona rossa ma io non chiudo. Questo è un servizio essenziale, che dà sollievo alle famiglie e ai ragazzi»
La disabilità in tutte le sue forme che diventa ricchezza nella condivisione. Si sono ritrovati anche per la “Via Crucis” in versione sintetica gli ospiti di Agi 2000 a Reggio Calabria. Una delle tante attività ricreative e artistiche portate avanti in questi anni. Come racconta Sara Bottari, presidente di Agi 2000 nell’accoglierci alla fondazione “La Provvidenza” è la sede di quattro centri diurni per i minori, autorizzati e convenzionati con la fondazione. «Si tratta di una convenzione regionale e comunale – afferma – che ci consente di gestire questa bellissima realtà che sono i minori che praticamente arrivano da noi dopo l’orario scolastico e qui si fermano per fare i compiti, dopo aver mangiato e ancora fare i compiti e attività di vario genere».
All’interno della Fondazione c’è Agi 2000, che ospita quindici ragazzi disabili. «Li chiamiamo “ragazzi” – aggiunge – ma ci sono persone di 50 anni che sono con noi dall’inizio e invecchiano con noi. Vengono dal mattino alle 10 e si fermano fino alle 15 e fanno attività di ogni genere: danzano, cantano, fanno dei piccoli lavori artistici. Ma soprattutto escono di casa che è la cosa più importante, altrimenti sarebbero relegati. Lo sappiamo bene perché quando in estate chiudiamo per un mese, i parenti ci telefonano raccontandoci che in casa i ragazzi sono come leoni in gabbia, abituati come sono ad uscire tutte le mattine.
Siamo rossi, possiamo diventare viola, ma io non chiudo. Questo è un servizio essenziale, che dà sollievo alle famiglie e dà la possibilità ai nostri operatori di guadagnarsi da vivere. L’associazione Agi 2000 è di volontariato ma per statuto possiamo affidare il compito di lavorare per noi e li remuneriamo».
Lunga e proficua la storia dell’associazione che il 24 gennaio scorso ha compiuto i trent’anno di attività «Non abbiamo potuto festeggiare. Stamattina ci sarà la “Via Crucis” preparata dalle operatrici, ma i ragazzi sono assolutamente partecipi. Adesso anche la formazione religiosa e spirituale è un settore che gradiscono molto, pregare non è una cosa noiosa. Perché la motivano, ad esempio, pregano per l’associazione, o per i parenti e questi atti questi consentono loro di collegare il divino all’umano. Loro hanno bisogno di concretezza, l’astrazione non è il loro campo. La concretezza è l’amicizia, la gioia di stare insieme e di ritrovarsi».
Tanto lavoro e buona volontà nell’associazione, ma anche un grande rammarico: il fatto di non avere l’accreditamento, seppur con tutte le carte in regola e l’essere in prima linea da trent’anni.
«Siamo in attesa di un bando del Comune che finalmente ci consenta di mettere a posto la nostra situazione. Perché è vero che lavoriamo da trent’anni, è vero che ci stiamo consolidando ogni girono di più, non abbiamo il “pezzo di carta” che testimonia una convenzione con il Comune e dobbiamo aspettare che emanino un bando che arriverà dopo i piani di zona. Quindi siamo ancora in attesa».