giovedì,Aprile 25 2024

Agi 2000, 30 anni al servizio della disabilità ma in attesa dei piani di zona

La presidente Bottari: «Siamo in zona rossa ma io non chiudo. Questo è un servizio essenziale, che dà sollievo alle famiglie e ai ragazzi»

Agi 2000, 30 anni al servizio della disabilità ma in attesa dei piani di zona

La disabilità in tutte le sue forme che diventa ricchezza nella condivisione. Si sono ritrovati anche per la “Via Crucis” in versione sintetica gli ospiti di Agi 2000 a Reggio Calabria. Una delle tante attività ricreative e artistiche portate avanti in questi anni. Come racconta Sara Bottari, presidente di Agi 2000 nell’accoglierci alla fondazione “La Provvidenza” è la sede di quattro centri diurni per i minori, autorizzati e convenzionati con la fondazione. «Si tratta di una convenzione regionale e comunale – afferma – che ci consente di gestire questa bellissima realtà che sono i minori che praticamente arrivano da noi dopo l’orario scolastico e qui si fermano per fare i compiti, dopo aver mangiato e ancora fare i compiti e attività di vario genere».

All’interno della Fondazione c’è Agi 2000, che ospita quindici ragazzi disabili. «Li chiamiamo “ragazzi” – aggiunge – ma ci sono persone di 50 anni che sono con noi dall’inizio e invecchiano con noi. Vengono dal mattino alle 10 e si fermano fino alle 15 e fanno attività di ogni genere: danzano, cantano, fanno dei piccoli lavori artistici. Ma soprattutto escono di casa che è la cosa più importante, altrimenti sarebbero relegati. Lo sappiamo bene perché quando in estate chiudiamo per un mese, i parenti ci telefonano raccontandoci che in casa i ragazzi sono come leoni in gabbia, abituati come sono ad uscire tutte le mattine.

Siamo rossi, possiamo diventare viola, ma io non chiudo. Questo è un servizio essenziale, che dà sollievo alle famiglie e dà la possibilità ai nostri operatori di guadagnarsi da vivere. L’associazione Agi 2000 è di volontariato ma per statuto possiamo affidare il compito di lavorare per noi e li remuneriamo».

Lunga e proficua la storia dell’associazione che il 24 gennaio scorso ha compiuto i trent’anno di attività «Non abbiamo potuto festeggiare. Stamattina ci sarà la “Via Crucis” preparata dalle operatrici, ma i ragazzi sono assolutamente partecipi. Adesso anche la formazione religiosa e spirituale è un settore che gradiscono molto, pregare non è una cosa noiosa. Perché la motivano, ad esempio, pregano per l’associazione, o per i parenti e questi atti questi consentono loro di collegare il divino all’umano. Loro hanno bisogno di concretezza, l’astrazione non è il loro campo. La concretezza è l’amicizia, la gioia di stare insieme e di ritrovarsi».

Tanto lavoro e buona volontà nell’associazione, ma anche un grande rammarico: il fatto di non avere l’accreditamento, seppur con tutte le carte in regola e l’essere in prima linea da trent’anni.

«Siamo in attesa di un bando del Comune che finalmente ci consenta di mettere a posto la nostra situazione. Perché è vero che lavoriamo da trent’anni, è vero che ci stiamo consolidando ogni girono di più, non abbiamo il “pezzo di carta” che testimonia una convenzione con il Comune e dobbiamo aspettare che emanino un bando che arriverà dopo i piani di zona. Quindi siamo ancora in attesa».

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