Reggio, a lavoro per riaprire il Mandela’s Office, ufficio di Giustizia Riparativa chiuso da oltre due anni
L’assessore Delfino: «Il protocollo sarà rimodulato con l’ingresso di altri enti, vista l’importanza delle finalità»
L’esperienza del Mandela’s Office, ufficio per la Giustizia Riparativa allestito in un bene confiscato destinato al comune di Reggio Calabria, operativo solo per qualche mese e chiuso da oltre due anni, sarà ripresa e rafforzata. Questo l’intento che ha registrato la piena convergenza degli attori intervenuti alla riunione convocata dalla garante delle Persone Detenute del comune di Reggio Calabria, Giovanna Russo, al fine di fare chiarezza sulla mancata attuazione del protocollo, siglato nel 2018 da Ministero di Giustizia, comune di Reggio Calabria e ufficio del Garante, avente ad oggetto proprio la costituzione del Mandela’s Office.
Presenti da remoto alla riunione la garante comunale reggina delle Persone Detenute Giovanna Russo, l’assessore e il dirigente del settore Welfare, rispettivamente Demetrio Delfino e Francesco Barreca, la direttrice del Centro Giustizia Minorile della Calabria, Isabella Mastropasqua, anche lei firmataria del protocollo, la direttrice dell’Ufficio Servizi Sociali per Minori di Reggio Calabria, Giuseppina Garreffa, il garante regionale delle persone private della Libertà Personale, all’epoca dell’inaugurazione garante comunale, Agostino Siviglia, la presidente della commissione consiliare Politiche Sociali, Lucia Anita Nucera, all’epoca della firma del protocollo assessora alle Politiche Sociali del comune reggino.
«Assicuriamo il massimo impegno, in un momento che ci vede già coinvolti su più fronti, proprio perché vogliamo fermamente riprendere questa esperienza innovativa ed importante. Rimoduleremo il protocollo per recuperarne le finalità che riteniamo strategiche per il nostro territorio – ha spiegato l’assessore comunale al Welfare Demetrio Delfino – e, per assicurarne la piena attuazione, apriremo anche ad altri enti».
Resta, dunque, condivisa l’intenzione di restituire alla collettività un bene illecitamente accumulato attraverso esperienze di mediazione tra vittime e autori del reato. In un’ottica di rigenerazione umana e sociale e di un sistema penale non solo punitivo, il reato è inteso, infatti, come danno da riparare con il coinvolgimento del suo autore e la sua presa in carico nei confronti della vittima.
Tra gli enti che potrebbero diventare firmatari del protocollo rimodulato anche la Città Metropolitana di Reggio Calabria.