Reggio, tanti popoli in piazza Italia a difesa della Palestina e per la Pace in Medioriente
Giovanni Cordova: «Non possiamo tacere di fronte all’ingiustizia e alla violenza». La giovane Ikram: «Perché i diritti di noi tutti non sono anche del popolo palestinese?»
Porta il nome Italia la piazza divenuta multietnica in occasione del sit-in, promosso anche a Reggio Calabria, per manifestare solidarietà al popolo Palestinese da giorni bersaglio di attacchi e violenza indiscriminati. Complici leproteste e le tensioni esplose a Gerusalemme nei giorni scorsi, Hamas lancia i suoi razzi e Israele bombarda la Striscia di Gaza, in violazione a risoluzioni e trattati internazionali, uccidendo innocenti e bambini. In mezzo a questi scontri impari un popolo senza pace, schiacciato dalla storia cerca e trova voce in tante piazze come quella reggina.
A promuovere la manifestazione, tante realtà e associazioni unite in un elenco che resta aperto alle adesioni: Csc Nuvola rossa, Csoa Angiolina Cartella, Potere al popolo Reggio Calabria, Calabria resistente e solidale, Usb – Federazione provinciale di Reggio Calabria, Associazione culturale Magnolia, NonUnaDiMeno Reggio Calabria, Giovani sulla strada, Un mondo di mondi, Udi Reggio Calabria e il Centro culturale islamico.
Pace, libertà, dialogo interreligioso, disarmo, questo è stato chiesto in piazza da uomini donne e bambini di decine di etnie che in occasioni come questa mettono in luce la grande ricchezza che la comunità di Reggio Calabria ormai custodisce.
«Non possiamo tacere di fronte all’ ingiustizia che si sta consumando in Palestina, in Medio Oriente. Desideriamo ardentemente la pace e la fine delle violenze – ha spiegato Giovanni Cordova – ma siamo anche consapevoli che questa Pace non sarà conseguita fin quando Israele continuerà impunemente a colpire atrocemente il popolo palestinese Noi prendiamo una posizione contro un’ingiustizia perché non farlo equivarrebbe ad essere complici, e lo facciamo al pari di cittadini ebrei che in queste settimane si sono dissociati dalle politiche di Israele. Non assistiamo ad una guerra ma a uno scontro asimmetrico tra uno Stato che dispone di un esercito molto forte e bombarda civili e obiettivi non militari, violando ogni risoluzione dell’Onu. Chiediamo che lo Stato Italiano cessi la sua cooperazione con Israele e invochiamo un racconto più veritiero degli accadimenti a Gaza dove è in corso uno sciopero generale della popolazione palestinese che sta coinvolgendo le città arabe di Israele e i Territori Occupati e che non veniva proclamato dal 1936. C’è in questo momento, dunque, una grande risposta che noi vogliamo sostenere anche da qui», ha concluso Giovanni Cordova del centro sociale Nuvola Rossa di Villa San Giovanni.
«Una resistenza che va avanti da oltre 70 anni. Generazioni e generazioni – ha spiegato Nando Primerano – sono state costrette a crescere sotto il peso di un’occupazione terribile, durante la quale lo scopo è stato sempre quello di fare scomparire dalla storia un popolo. È da tempo il momento di dare prospettive reali e concrete e un futuro a questa resistenza e questo popolo. Invece assistiamo agli Stati che si genuflettono e si omologano mentre la stampa servile e infingarda non racconta la verità. C’è questa connivenza grave e consolidata e noi, che viviamo in una condizione privilegiata e non possiamo smettere di indignarci di fronte a tale ingiustizia. Dobbiamo fare la nostra parte come i portuali di Livorno e Napoli che hanno bloccato il carico che, come altri partiti dall’Italia in queste settimane verso Israele, conteneva armi ed esplosivi che Israele avrebbe usato sulla striscia di Gaza per colpire civili e uccidere anche bambini», ha concluso Nando Primerano del centro sociale Cartella di Reggio Calabria.
«Il massacro in atto in Medio Oriente, le vittime innocenti di questo scontro politico ci spingono ad essere in piazza per rivendicare la pace e la convivenza pacifica per tutti i popoli. Ogni popolo dovrebbe essere libero di autodeterminarsi per questo non accettiamo questo massacro in Palestina. In questa piazza con i fratelli e le sorelle italiani ci sono marocchini, algerini, tunisini, siriani, libici, giordani e tanti altri. Ci sono donne e bambini e domenica sempre qui, saremo ancora di più, sempre insieme e sempre in pace e per la pace», ha spiegato Hassan Elmazi, responsabile ufficio Immigrazione Uil.
«Ciò che sta accadendo sulla striscia di Gaza non è accettabile, uccidere i bambini non è tollerabile e non solo per gli arabi ma per ogni persona. Non si possono attaccare popoli che non hanno un esercito per difendersi, come sta avvenendo lì. I diritti e le libertà sono stati una faticosa conquista a beneficio di tutti i popoli, non solo di alcuni. Spero che tutto questo finisca al più presto e che anche il racconto sui social di questo scontro sia più autentico e veritiero», ha spiegato Ikram, giovane marocchina in Italia da tredici anni.
«Ho ritenuto giusto esserci perché la Palestina continua ad essere sempre attaccata senza poter mai trovare la pace», ha raccontato anche la giovane Hind, anche lei marocchina.
«La situazione è molto grave e noi non possiamo assecondare questo silenzio e questa connivenza né tacere sulla gravissima responsabilità dei Paesi Occidentali che stanno armando Israele. Ringraziamo i portuali di Livorno e Napoli per essersi opposti fermamente al carico di armi. Senza un’inversione di tendenza aumenta il rischio di una guerra più ampia e noi abbiamo il preciso obbligo di denunciare questo rischio e di sostenere questi popoli che si vorrebbe costringere alla resa. Non possiamo permetterlo. Dobbiamo dare voce al popolo palestinese che non viene ascoltato», ha spiegato Letizia Cardile di Potere al Popolo Reggio Calabria.