giovedì,Marzo 28 2024

Arghillà, Nasone: «Non rispettato il patto per la legalità»

Il portavoce del centro comunitario Agape alza la voce: «La maggior parte dei problemi strutturali del quartiere attendono ancora di essere risolti»

Arghillà, Nasone: «Non rispettato il patto per la legalità»

Nel 2017 si era tenuto nei locali della Piazzetta di Arghillà Nord, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto Michele Di Bari, con la partecipazione dei vertici delle forze dell’ordine, del sindaco Giuseppe Falcomatà, tutte autorità che avevano voluto incontrare i cittadini di Arghillà, esasperati dalla lunghissima  crisi idrica ed alle prese con le quotidiane problematiche di vivibilità e ordine pubblico. Un incontro  per dare un segnale estremo di attenzione da parte delle istituzioni, e per ascoltare dalla viva voce dei cittadini il disagio che in quella occasione è stato letteralmente urlato da parte delle famiglie residenti. All’incontro, promosso da Libera e dal Centro Comunitario Agape, avevano partecipato cittadini e associazioni riunite del Coordinamento di Quartiere e nella parrocchia, nonché altri soggetti istituzionali, quali i vertici al completo dell’Aterp.

«In quella occasione – sostiene Mario Nasone, per il centro comunitario Agape – il Prefetto aveva assunto tre impegni: istituire un Tavolo con la partecipazione dell’Aterp, del Comune e della Prefettura che potesse “fotografare” la situazione esistente degli alloggi, programmare gli interventi urgenti nonché dare la possibilità di regolarizzare le posizioni e le utenze; dare pratica attuazione all’esigenza più volte espressa oggi, sia da parte di Libera che dal Coordinamento di Quartiere, per un “Patto di legalità e sviluppo”, che legasse le istituzioni e i cittadini in un percorso virtuoso dove ognuno facesse  la propria parte, garantendo   i servizi essenziali, come l’acqua, l’igiene e l’illuminazione rivendicati  a gran voce ;3) attivare un presidio fisso, di un commissariato di P.S: da allocare C/o il centro polifunzionale di Arghillà nord a tutela delle discariche da bonificare. Il Prefetto aveva concluso prendendo l’impegno a riconvocare  il Comitato di nuovo ad Arghillà Nord per verificare lo stato di attuazione delle attività previste per la “rinascita” del quartiere».

«Sono passati quattro anni, alcuni passi in avanti sono stati fatti, ma la maggior parte dei problemi strutturali del quartiere attendono ancora di essere risolti. Come il problema dell’acqua che si ripropone con maggiore drammaticità con l’avvento dell’estate, ma soprattutto il tema della regolarizzazione degli alloggi e la fine conclusione delle occupazioni abusive. In quella occasione il Prefetto aveva detto ai cittadini, facciamo un patto, voi rientrate nella legalità rispettando le regole dello stato, noi vi garantiamo di adempire ai nostri doveri istituzionali».

«Purtroppo quel patto non è stato rispettato – tuona Nasone – come lo dimostrano in particolare le duecento domande di famiglie che hanno fatto istanza per la regolarizzazione degli alloggi come previsto dalla legge regionale che permette entro il 30 giugno del 2012 di sanare una situazione avvilente, che rende questi cittadini ancora invisibili e impossibilitati di progettare il loro futuro. Chi opera generosamente a favore dei cittadini del quartiere, da pochi mesi anche la splendida esperienza del centro di medicina sociale di Lino Caserta, ha toccato con mano il senso profondo di sfiducia da parte di questi cittadini verso le istituzioni dalle quali si sono sentiti abbandonati e ghettizzati da decenni. Questa fiducia è la condizione per una vera rinascita del quartiere e la risoluzione del problema casa è il primo segnale che gli oltre seimila abitanti di Arghillà Nord attendono per poterla riacquistare. Su questa vicenda complessa, ma risolvibile, il ruolo della prefettura e del Comune è decisivo. Un elemento positivo è anche l’interessamento della sottosegretario Dalila Nesci che potrebbe coinvolgere il Governo con la previsione di  interventi di risanamento edilizio del quartiere così come è stato fatto per le periferie di Napoli e di Messina attraverso finanziamenti mirati» conclude Nasone.

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