San Ferdinando, Fondazione Santina in visita alla tendopoli: «Mancano le condizioni minime di vivibilità»
Il capodelegazione Luigi Ginami, dopo la visita è stato ricevuto dal sindaco Andrea Tripodi, che ha spiegato: «Senza i fondi promessi dal ministero le condizioni sono simili a quelle della vecchia baraccopoli»
Una delegazione della Fondazione Santina ha fatto un sopralluogo nella tendopoli di San Ferdinando, prendendo atto che la struttura installata dalla prefettura di Reggio Calabria non assicura più condizioni minime di vivibilità. «Bisogna provvedere anche senza clamore – ha detto il capodelegazione Luigi Ginami – perché uno Stato che non riesce a risolvere il problema di appena 250 persone, come può pensare di affrontare al meglio l’emergenza afgana».
Ginami è un prete che lavora nelle periferie del mondo e dopo la visita – a fare da guida Celeste Logiacco e Vincenzo Alampi, rispettivamente segretaria della Cgil e delegato vescovile Caritas – è stato ricevuto nel municipio dal sindaco Andrea Tripodi. Con loro anche Francesco Milito, vescovo della diocesi di Oppido Palmi, per un incontro servito anche a fare il punto rispetto alla vaccinazione in corso. «Gli attuali ospiti della tendopoli – ha detto Alampi – sono circa 250. Il 27 luglio il personale Usca di Taurianova ha somministrato 182 prime dosi, mentre oggi (31 agosto, ndr) 132 persone hanno completato con la seconda dose, e sono state somministrate altre 74 prime dosi».
Dopo l’inverno delle devastazioni contro la quarantena, nella tendopoli non più presidiata si può dire che la campagna anticovid dia segnali di speranza, grazie all’attenzione prestata dal dirigente medico Giovanni Calogero, agli uomini delle forze dell’ordine e ai volontari impegnati nella mediazione culturale. «Non basta l’impegno delle associazioni – ha denunciato Logiacco – serve invece che le istituzioni ritornino in campo». Il sindaco Tripodi ha chiarito come «a causa del mancato arrivo dei fondi promessi dal ministero e della pandemia la condizione della tendopoli è molto simile a quella della vecchia baraccopoli: siamo certamente davanti ad una occasione persa dallo Stato e dalla Regione». Per il vescovo Milito «occorre che ognuno si muova ispirato dai valori in cui crede e secondo il ruolo che ha».