mercoledì,Aprile 24 2024

Degrado al cimitero di Condera, montagne di rifiuti abbandonate tra le tombe

Sale la rabbia dei cittadini. A denunciare le pessime condizioni in cui versa il cimitero più grande di Reggio, anche il giornalista Gabriele Parpiglia

Degrado al cimitero di Condera, montagne di rifiuti abbandonate tra le tombe

Degrado, rifiuti e incuria. È quanto si trovano ogni giorno davanti i cittadini che si recano a far visita ai loro cari defunti, oltrepassando il cancello del cimitero di Condera, il più grande della città di Reggio Calabria. Montagne di rifiuti, perlopiù fiori secchi, gettati ad ogni angolo dei vialetti, anche a ridosso dei bidoni dell’immondizia, danno dimostrazione che non si effettua una pulizia mirata da mesi. Come testimoniano le foto inviateci da un lettore, la situazione è alquanto preoccupante e sta generando non pochi disagi, oltre e soprattutto all’indignazione generale.

I cittadini infatti, prima di poter mettere i fiori sulle tombe, devono fare lo slalom tra le sterpaglie accumulate e le erbacce, camminando in mezzo alla sporcizia. La paradossale condizione in cui versa il cimitero di Condera era stata denunciata alcuni giorni fa anche dal giornalista di origini reggine Gabriele Parpiglia sulla sua pagina Instagram, con tanto di foto e video. «Questo è il cimitero dove riposa mio nonno – scriveva Parpiglia – e le persone care che ho perso. Si trova a Condera (Reggio Calabria). Non ne faccio una questione personale ma collettiva. Dalla Calabria piove acqua per spegnere incendi, piove incompetenza in ogni settore.

Queste immagini raccontano la totale mancanza di rispetto, controllo, lavoro e cura per chi non c’è più. Nemmeno i morti lasciano in pace. Fuori i topi passeggiano e dentro le case poche famiglie fortunate possono godere nell’avere acqua per almeno 14/16 ore. Reggio Calabria sta morendo». Detto questo il giornalista ha sostenuto che Falcomatà, «lo avete votato voi, sulla scia dell’essere fan di un cognome. Oggi siamo arrivati qui. Complimenti: aspetteremo il tempo del ricambio politico (funziona così purtroppo). Nel mentre preghiamo, ma fuori dal cimitero perché dentro non c’è pace».

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