sabato,Aprile 20 2024

Reggio, il centro polifunzionale di Arangea abbandonato al degrado

Francesco Lia: «L’area è vittima di atti vandalici, nonché soggetta a processi di decadimento strutturale, dovuti alla mancata manutenzione ma anche a evidenti difetti progettuali ed esecutivi»

Reggio, il centro polifunzionale di Arangea abbandonato al degrado

Il centro polifunzionale di Arangea nasce come spazio di proprietà della parrocchia e viene concesso nel 2006, con la giunta Scopelliti, al comune di Reggio per la realizzazione di una struttura polivalente. Un cantiere mai chiuso, con lavori mai consegnati. Anche le amministrazioni che si sono susseguite negli anni non hanno fatto nulla.

Il campo rimane un luogo di incompiute, con pali della luce non collegati ad alcun filo, senza acqua e dove si consumano crimini, per cui sovente sono intervenute le forze dell’ordine. Un luogo che, invece, potrebbe essere, per come pensato in origine, posto di aggregazione, in una città e nelle periferie in cui gli spazi sono troppo ridotti per la socialità.

Abbiamo fatto un sopralluogo, accompagnati dai consiglieri d’opposizione Saverio Pazzano (che vi ha fatto tappa con “I Cammini Urbani della Strada”) e Filomana Iatì. In particolare, Francesco Lia del Movimento La Strada, abitando in prossimità il posto lo conosce bene, racconta le origini del disagio.

«Nel 2005, la Parrocchia di Arangea, per sopperire alle esigenze di luoghi di svago e aggregazione aveva messo a disposizione della comunità un vasto terreno di sua proprietà (si parla di 3.700 mq). Nel 2006, con delibera di giunta n. 61 dell’amministrazione Scopelliti datata 1° febbraio, veniva stipulata una convenzione sessantennale tra Parrocchia di Arangea e Città di Reggio Calabria per la costituzione del diritto di superficie sull’immobile a fronte della realizzazione da parte del Comune di un impianto sportivo polifunzionale. Dunque ancora oggi è il Comune responsabile e custode dei beni affidatigli dall’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova.

Con delibera n. 243 del 31 marzo 2006, vengono stanziati 758.000 euro (finanziamento concesso tramite la legge 29598 all’interno di un progetto relativo al verde urbano nell’area di Ravagnese, per un totale di 1.400.000 euro destinati all’area compresa tra Santa Venere e Arangea). I lavori, aggiudicati alla ditta Iaria, vanno avanti fino al 2011. A fine 2014, l’iter si ferma per la necessità di una variante in corso d’opera, approvata l’anno successivo. 

Nonostante i lavori risultino apparentemente conclusi, il Centro non è stato mai consegnato, né inaugurato. Un abbandono che ha reso l’area vittima di atti vandalici, nonché a processi di decadimento strutturale, dovuti alla mancata manutenzione ma anche a evidenti difetti progettuali ed esecutivi. Un campo in cui i ragazzi si ritrovano a giocare ma che non garantisce sicurezza, restando tuttavia aperto alla frequentazione anche di minorenni».

Presente anche la consigliera di “Impegno e identità”, Iatì, sensibile alle tematiche relative agli impianti sportivi cittadini, che spiega come, già a gennaio aveva richiesto un sopralluogo sul posto ed il rup del comune (ora in pensione) aveva proposto al consiglio comunale di votare l’esistenza di un prevalente interesse pubblico per l’opera sostanzialmente abusiva. La stessa consigliera perplessa ha chiesto un parere all’avvocatura comunale «che ha confermato – chiarisce – l’illegittimità dell’operato. Il consiglio comunale non si poteva esprimere nella dichiarazione di un prevalente interesse pubblico proprio perché l’opera è frutto di un reato, costruita in maniera abusiva. La terza commissione si è pronunciata all’unanimità in senso contrario, la delibera di dichiarazione di prevalente interesse pubblico è stata rispedita al mittente e oggi il consiglio comunale, ma soprattutto la città, si trova di fronte all’ennesimo incompiuta».

Una storia che evidenzia la grande mancanza a Reggio di spazi per i più giovani. Come chiarisce Pazzano del Movimento La strada.

«Il tema lavori pubblici e il tema degli spazi comuni è connesso a quello della crisi strutturale dell’educazione in città. Non esiste uno spazio di città che sia fruibile dai giovani, che sia sicuro che sia tranquillo, in cui i giovani possono fare sport senza pagare, possano fare cultura, teatro, musica, non c’è uno spazio. Questa è un’emergenza che l’amministrazione deve avere il coraggio di affrontare con tempestività e trasparenza, efficienza, e allo stesso tempo, senza e raccontare una città che non c’è. Reggio è ampiamente sotto la soglia di vivibilità».

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