sabato,Aprile 20 2024

Reggio, Falcomatà: «Di Covid si muore ancora»

La riflessione del primo cittadino sospeso, colpito nei giorni scorsi da un lutto familiare: «Non lo capisci che cosa sia davvero fino a quando non tocca i tuoi affetti più cari»

Reggio, Falcomatà: «Di Covid si muore ancora»

«Non puoi davvero rendertene conto fino a quando non lo conosci nel suo aspetto letale. E non te ne fai una ragione, perché ti sei protetto, pensi di aver superato i momenti più difficili, sei stato attento. Eppure lo hai conosciuto proprio lì dove si combatte, lo hai affrontato, pensi di averlo sconfitto ma dopo trentadue giorni c’è ancora. E non lo capisci che cosa sia davvero fino a quando non tocca i tuoi affetti più cari». Così in un posto su Facebook il sindaco sospeso di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, colpito nei giorni scorso da un lutto familiare.

«Quando questo succede non puoi fare nulla; ogni gesto, ogni parola, sembra superflua, inutile, meccanica, fuori posto. Anche perché c’è sempre e comunque una luce a neon a rendere tutto più intatto e freddo. Già il freddo, fa sempre maledettamente freddo. E no, non è la temperatura lì fuori, non è colpa dell’inverno; quel dannato freddo ce l’hai sotto la pelle, fin dentro le ossa e quando arriva ti ricorda tutto il resto come la pellicola di un film che si riavvolge. Ma lui non si prende soltanto la vita, no, decide di prendersi anche la morte, con tutta la sua burocrazia e i suoi “protocolli” che ti impediscono di poter scegliere come e se dare l’ultimo saluto. Perché lui non è solo letale, è egoista, sadico, incondizionato. Ora nell’aria c’è uno strano vapore dal quale escono fuori persone vestite in modo altrettanto strano, astronauti, palombari forse. Allora decidi di andare via prima di sentire il rumore del trapano, pensi “e se”, e ti accorgi che tutti quelli intorno a te sono chiusi in loro stessi, con gli sguardi fissi chissà dove, ognuno col proprio “e se”, mentre l’odore di moka diventa sempre più intenso ora dopo ora».

«Arrivi a casa, neanche la doccia bollente calma il freddo e non riesci neppure a fermare quelle gambe che tremano. Accendi la tv e vedi che c’è ancora qualcuno che protesta, urla che non è vero nulla, che è tutto un complotto. I rumori e le voci arrivano stereotipate, rimbombano e stai sentendo tutto questo mentre adesso sai anche tu ancora di più che lui è letale. E vorresti entrarci dentro a quella tv e sbattere in faccia a ognuno di loro la verità. Nel buio e nel silenzio tutto rimane sospeso ancora per qualche istante per poi dissolversi. Di Covid si muore, ancora. Questo è il post di un uomo, padre, marito, nipote, figlio, fratello. Questo post è quel che resta quando tutto il resto, così, va via e spegne tutta quella bellezza che avevi intorno» ha concluso Falcomatà.

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