mercoledì,Aprile 24 2024

“Un mondo di mondi”: «Alloggi popolari: bene collettivo o bene da svendere?»

Gli interrogativi dell'associazione al sindaco Brunetti e all'assessore Gangemi: «Si vuole continuare nella scelta della dismissione della politica degli alloggi popolari o si intende rilanciarla?»

“Un mondo di mondi”: «Alloggi popolari: bene collettivo o bene da svendere?»

Riceviamo e pubblichiamo:

La politica degli alloggi popolari, se venisse gestita considerando il patrimonio erp un bene collettivo, costituirebbe una misura sociale strutturale che garantirebbe coesione sociale e l’inclusività delle fasce più deboli, com’è necessario in una comunità civile e come lo è in modo particolare in questo momento di pandemia e di crisi economica.

Purtroppo negli ultimi sette anni  le due  Amministrazioni guidate da Giuseppe Falcomatà hanno scelto la via della dismissione della  politica degli alloggi popolari  e quindi  del diritto fondamentale alla casa.   

A questo punto chiediamo cosa intenda fare  l’Amministrazione guidata dal sindaco ff  P. Brunetti, che per il settore Erp ha nominato un nuovo Assessore, F. Gangemi e un nuovo dirigente, G. Minniti.  Si vuole continuare nella scelta della dismissione della  politica degli alloggi popolari o  si intende rilanciarla aprendo una nuova pagina?

Le necessità di un rilancio sono fin troppo  evidenti. Tuttavia per comprendere l’importanza della politica degli alloggi popolari nella nostra città è utile dire che, nonostante una gestione fuori controllo per scelta politica, il patrimonio di edilizia  popolare, realizzato nel corso dei decenni  attraverso  la solidarietà fiscale della collettività,  garantisce oggi il diritto alla casa in modo strutturale a circa 6.000 famiglie reggine a reddito basso (che costituiscono circa l’8%  di tutte le famiglie reggine e circa il 40%  di quelle che vivono in affitto).

Questa  è oggettivamente  un’azione di  welfare che non ha uguali nella nostra città. Se la politica degli alloggi popolari venisse  tradotta in termini di aiuto al reddito, rapportando  i prezzi  degli affitti privati con i canoni degli alloggi,  potremmo dire che ha costituito e costituisce ancora oggi, nonostante tutti i  limiti posti dalla politica,  una misura reddituale  eccezionale  che ha consentito e consente ancora oggi a qualche migliaio di famiglie di vivere dignitosamente evitando gli stenti, le privazioni e gli sfratti di chi, con reddito basso o senza reddito, viene strangolato dagli affitti privati  in continuo aumento.

Se si confronta  la politica degli alloggi popolari con i  bandi per l’erogazione dei  fondi a sostegno degli  affitti,  i progetti di housing sociale e l’azione di una eventuale Agenzia della Casa comunale queste misure  non possono che costituire  delle sue  modeste  integrazioni. Nemmeno lontanamente  potrebbero  sostituire la politica degli alloggi popolari, se non con il preciso intento di negare il diritto alla casa.

Se l’Amministrazione comunale si impegnasse a far  funzionare adeguatamente   la politica degli alloggi popolari, questa  aiuterebbe in modo consistente oltre le  famiglie già assegnatarie molte altre famiglie a basso reddito, che oggi sono soffocate dall’affitto e dalla crisi in corso. L’importanza sociale   della politica degli alloggi ben la comprese   Italo Falcomatà, che , anche se non riuscì a correggerne le derive della gestione che già si presentavano a quei tempi, puntò concretamente sul suo rilancio, realizzando in diversi quartieri della città  qualche centinaio di  nuovi alloggi  comunali  con  i fondi del “Decreto Reggio” ( Marconi, San Brunello, Madonna di Fatima).

Tale scelta politica ha cambiato in meglio  la vita di tante  famiglie reggine, che ancora oggi vivono in quegli alloggi a loro assegnati  . Al contrario l’Amministrazione di  Giuseppe Falcomatà  nel 2016 decise di stornare per altre opere un finanziamento di 11 milioni  di euro del “Decreto Reggio”  destinato proprio a un’ulteriore realizzazione di  nuovi alloggi.

Un finanziamento che avrebbe garantito l’alloggio a circa 160 famiglie e   che, dopo essere stato ripristinato nel 2019 dal Consiglio Comunale per l’acquisto di nuovi alloggi  grazie ad una petizione popolare firmata da 534 reggine e reggini, non si sa ancora oggi  che fine abbia fatto. Evidentemente la scelta scellerata di dismettere la politica degli alloggi popolari ha continuato a non  mollare la presa.

Questa scelta non solo  genera da anni  gravissimi danni nella vita  di tante  famiglie a reddito basso,  ma ha portato anche l’Amministrazione comunale a non applicare la normativa vigente di cui essa stessa  dovrebbe essere garante. Queste violazioni sono state denunciate dagli enti dell’Osservatorio sul disagio abitativo il 19 novembre scorso  nell’audizione con la Seconda Commissione consiliare sulla Legalità. A due mesi dall’audizione, nonostante la gravità dei fatti denunciati,  non risulta sia stato assunto  alcun provvedimento.

Dopo due anni di pandemia ed il forte aumento di famiglie a reddito molto basso è assolutamente urgente attivare adeguatamente la politica degli alloggi popolari,  attraverso la gestione prevista dalla normativa vigente ed utilizzando i fondi del Decreto Reggio e quelli del Pnrr per acquistare nuovi alloggi da assegnare alle  tante famiglie che attendono da anni una casa  come  vincitrici  del bando 2005 e come situazioni di emergenza abitativa. Operazione agevole in una città che vanta una sorta di primato nazionale ed europeo nel rapporto Case vuote/ abitanti : l’ultima stima Istat parla di oltre 65.000 alloggi vuoti o inutilizzati.

Per un confronto diretto sul tema il 21 dicembre scorso abbiamo richiesto un incontro al sindaco ff Brunetti e all’assessore Gangemi. Una richiesta che a tutt’oggi non ha ottenuto alcun riscontro.

Associazione Un Mondo di mondi

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