Massimo Mazzetto, un cuore neroarancio che batte ancora
Oggi alle 18 la consegna alla città del monumento alla sua memoria dell’artista Katrin Pujia. L'iniziativa del Comitato Massimo Mazzetto presieduto dal fratello Andrea è stata realizzata con il supporto dell’Amministrazione comunale reggina, grazie a una raccolta fondi
La passione per il basket lo aveva portato da Padova a Reggio Calabria, città che si apprestava a vivere gli anni d’oro della sua storia neroarancio. Tra gli atleti promettenti chiamati in riva allo Stretto in frangente straordinario anche il giovane playmaker padovano Massimo Mazzetto. Purtroppo, nella città in cui giunse per realizzare suo sogno della massima serie e coltivare il suo talento, andò incontro a una morte prematura. Era il 18 giugno 1986.
Indossando la maglia 14 della Viola Reggio Calabria – maglia ritirata perché poterà sempre e solo il suo nome e nessun altro la indosserà – il giovane playmaker contribuì a scrivere con coach Gianfranco Benvenuti e altri grandi come Kim Hughes, Donato Avenia, Mark Campanaro, Luigi Mentasti, Massimo Bianchi, l’indimenticabile storia neroarancio della Città dello Stretto.
La maglia numero 14
Massimo Mazzetto, ventuno anni e, con quella maglia neroarancio che continuerà ad indossare, trenta presenze nella Viola che certamente sarebbero state molte di più. Già un gigante in campo come fuori, quelle presenze bastarono per renderlo il playmaker indimenticato della Viola Reggio Calabria.
Promessa del basket italiano, dalla Pallacanestro Petrarca Padova militante in serie B1, nel 1985 aveva compiuto il salto, giungendo a Reggio Calabria per militare nella massima serie. Protagonista della nazionale Juniores, che aveva conquistato il secondo posto agli Europei in Svezia nel 1985 e, in attesa della chiamata nella maggiore, già riserva per Mondiali di Spagna del 1986, Massimo Mazzetto era soprattutto un giovane appassionato e un atleta autentico che nello sport riconosceva i principi fondamentali del suo percorso di vita, sicché impossibile era nel suo caso scindere la vita stessa dal basket.
«Il Basket è il mio stile, la mia vita»
In un suo scritto del 1985, si soffermava sui valori essenziali dell’Amore, del Rispetto, dell’Amicizia e della Condivisione. A coronamento delle sue riflessioni, aveva dedicato le ultime parole alla sua passione per lo sport: «Poi c’è un valore non facile da spiegare, che non riesco a capire se sia una cosa genetica o se sia un insieme di tutti i valori in cui credo: il rispetto, l’amore, la gioia per la mia attività.
Io amo quando gioco, mi diverto, rispetto chi ho davanti, arrivo ad essere amico dell’avversario, avendone però la convinzione di batterlo, certe volte penso di essere drogato di basket, ma i drogati non amano quello che fanno.
Forse è il mio modo di vivere, è il mio stile, è la mia vita», aveva scritto Massimo Mazzetto.
Ventuno anni per sempre
Tanto da raccontare della sua vita lunga solo ventuno anni
e tutto sopravvive a quella tragedia. Il 17 giugno 1985, nel tentativo di evitare un autobus e di superare un’automobile parcheggiata all’altezza del tornante che unisce via Reggio Campi e via Possidonea, tratto di strada che oggi porta il suo nome, perse l’equilibrio e cadde. Le sue gravissime condizioni non consentirono alcuna ripresa. Morì il giorno successivo. A quel volo assurdo, a quella manciata di metri dal suolo, nessun appello fu concesso, nessun secondo, terzo o quarto periodo. Il cuore dentro il suo corpo smise di battere il giorno dopo, il 18 giugno, ma esso continua a pulsare in quello neroarancio di Reggio Calabria.
Il tributo alla memoria
Il palazzetto del rione Modena dove ha sede la società porta il nome PalaMazzetto e da oggi il suo ricordo sarà anche affidato al monumento posto nell’area verde adiacente la storica Pineta Zerbi a Reggio Calabria, che sarà consegnato alla Città nel pomeriggio alle ore 18 alla presenza dei sindaci facenti funzioni di Reggio Calabria, Paolo Brunetti e Carmelo Versace, del fratello di Massimo e presidente del comitato in sua memoria, Andrea Mazzetto, di Giusva Branca, dell’assessora comunale alle Politiche Giovanili Giuggi Palmenta, del consigliere delegato allo Sport Giovanni Latella, dell’ex presidente Viola Gianni Scambia, del presidente del Comitato Regionale Fip Paolo Surace e di due suoi compagni di squadra, i grandi Donato Avenia e Paolo Cocchia, militanti rispettivamente nella Viola Reggio Calabria e nella nazionale juniores con Massimo Mazzetto.
L’opera, ideata dall’artista Katrin Pujia, ed eseguita dalla Fonderia Artistica Pisani, è stata realizzata su iniziativa del Comitato Massimo Mazzetto presieduto dal fratello Andrea e composto da Michela Pagnin e coach Gaetano Gebbia, con il supporto dell’Amministrazione comunale reggina e grazie alla raccolta fondi alla quale hanno contribuito la Fip Calabria, i Rotary Club di Reggio Calabria, la società sportiva LuMaKa, la Nazionale juniores I giaguari, la Pallacanestro Viola, la Petrarca Padova, il Torneo Mazzetto, l’associazione Viola Inside e gli amici di Massimo.