giovedì,Aprile 25 2024

Bronzi di Riace, Veneziani: «Siano esposti all’aperto al porto di Reggio»

La proposta dello scrittore: «Siano il simbolo del Mediterraneo e della Calabria. Perchè tenerli chiusi?»

Bronzi di Riace, Veneziani: «Siano esposti all’aperto al porto di Reggio»

Esporre in pianta stabile i Bronzi di Riace all’aperto, magari all’imbocco del porto di Reggio Calabria. E’ la proposta lanciata dallo scrittore Marcello Veneziani dalle pagine di Panorama, fermamente contrario alla loro “reclusione” al museo di Reggio Calabria. «Di quel prezioso ritrovamento, restò il problema della loro collocazione e della loro eventuale mobilità – afferma Veneziani – i due guerrieri sono un bene da esportazione oppure vanno amati sul posto, a chilometro zero? Qualcuno pensò di mandarli in giro per il mondo come ambasciatori d’arte e civiltà anziché tenerli reclusi in un museo con pochi visitatori. Dall’altra parte era fondato il timore che se l’arte si fa mobile ed esportabile, l’Italia ­ e non solo la Calabria che li custodisce ­ rischia di ridursi a un deposito merci preziose in transito».

«Quanti sono oggi i turisti che vanno al museo di Reggio Calabria per vedere i Bronzi? Ha sempre prevalso il protezionismo autar­chico. Molti capolavori dell’arte viaggiano nel mondo senza particolari problemi, perché la libera circolazione, pur sotto custodia cautelare, è negata ai due guerrieri di Riace? L’alibi è che non possono essere spostati se non a rischio della loro incolumità. Ma sono stati per quasi 2.500 anni abbandonati sotto il mare, esposti alle intemperie subacquee e si sono con­servati»

«Tempo fa proposi la terza soluzione: anziché tenerli chiusi e sequestrati in museo e anziché mandarli in giro per il mondo, perché non li si pianta sul mare ­ previe precauzioni (un guscio invisibile, un microclima favorevole) ­ all’imbocco del porto di Reggio, in modo che siano l’emblema del Mediter­raneo, dell’Italia, della Calabria e di Reggio, visibili per mare e per cielo, in volo, per treno e per strada? Sarebbero gli Angeli Custodi della Calabria, i Penati della Magna Grecia, i Lari Protettori di Reggio. Sarebbero gli annunciatori che l’Italia comincia là, su quello splendido lungomare che si affaccia sulla Sicilia, tra Scilla e Cariddi, in compagnia degli dei e della fata Morgana. Tenerli chiusi in un museo – conclude Veneziani – è come vivere miseramente con un ricco conto in banca».

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