venerdì,Aprile 19 2024

Festa della Madonna a Reggio, oggi la consegna del cero votivo

Il sindaco f.f. Paolo Brunetti: «Rigeneriamo un rito che è sì di fede e devozione, ma anche di impegno istituzionale, civile e morale»

Festa della Madonna a Reggio, oggi la consegna del cero votivo

Si è rinnovato stamattina, dopo lo stop dettato dalla pandemia da Covid, l’antico rito della consegna del cero votivo, con cui l’Amministrazione comunale di Reggio Calabria affida la città alla sua patrona. La prima volta di Paolo Brunetti, la prima volta di un sindaco facente, che ha pronunciato un discorso caratterizzato dalla sobrietà e dalla solidarietà.

«Qui, ai piedi dell’altare di questa Basilica Cattedrale – ha affermato il primo cittadino nel suo discorso – l’Amministrazione si rivolge alla celeste Patrona della Città, quale identitario retaggio di rinnovata testimonianza di atto di fede e comunione. Ora, con voce di commozione e parole sommesse, rigeneriamo un rito che è sì di fede e devozione, ma anche di impegno istituzionale, civile e morale. La comunità reggina, dal novembre scorso, ha un Primo cittadino facente funzioni. Chiamato, temporaneamente, dal Sindaco eletto, ad assolvere, in sua vece, ad un compito che, certamente, mi onora e responsabilizza. E, anche per questa circostanza, mi faccio forza per sopire l’emozione.

Interprete del profondo sentimento religioso dei Reggini, affidiamo alla guida Materna ed illuminata di Maria Santissima della Consolazione il nostro operato e l’intera Città. La nostra terra, la nostra gente, questa nostra comunità, ha bisogno di Credere, e di rinsaldare nel Credo le necessarie energie per migliorarsi e contrastare ogni forma di ingiustizia e di prepotenza. Ciascuno di noi e noi tutti dobbiamo operare sempre nel giusto e per il bene delle comunità: rifuggendo da ogni malaffare e malafede, da ogni maldicenza e ingiuria, da ogni inganno e da ogni utilità individuale. Ecco la forza del bene che vince sul male… una storia vecchia come il mondo… eppure sempre attuale!

Dobbiamo essere consapevoli che non siamo soli. Invochiamo la nostra Santissima Madre della Consolazione per accompagnarci ed essere guidati per riscattare il futuro, camminando nel presente. Abbiamo già dimostrato a noi stessi di essere una comunità capace di stare unita. Abbiamo affrontato a testa alta, con rispetto e senso civico, le difficoltà legate alla pandemia da Covid. Abbiamo dimostrato la nostra capacità di essere solidali l’un l’altro. Ci siamo stretti tutti insieme: Istituzioni, Associazioni, professionisti, imprenditori, forze dell’ordine, cittadini. E tutti insieme ci siamo aiutati, andando incontro a chi si è più trovato nel bisogno, mettendo in campo i nostri sforzi per trovare soluzioni alle difficoltà, tutelandoci l’un l’altro. Ognuno con il suo ruolo, ma spesso anche oltre esso.

C’è chi non ha mai smesso di lavorare mettendo a rischio la propria stessa salute per assolvere ai propri doveri nei confronti della Comunità. E mi riferisco in particolare a tutti gli operatori della sanità e dei servizi alla persona, ma anche alle forze dell’ordine ed alle tante Istituzioni oggi qui rappresentate. A tutti voi rivolgo a nome dell’Amministrazione e di tutti i cittadini il ringraziamento più profondo, sentito e sincero. E’ questo il bene che vince sul male. E’ la benevolenza di una comunità che si prende cura di sé. E’ da qui che bisogna ripartire. Se il nostro cuore rimarrà aperto alla benevolenza che la nostra Santissima Madre saprà infonderci, anche i nostri comportamenti non potranno che essere rivolti al bene e la nostra azione non vacillerà.  Così nessuno di noi potrà cedere alla corruzione, agli inganni, agli abusi. Così ciascuno di noi potrà opporsi all’aberrante e ignobile morsa della ‘ndrangheta, costituendo un argine di legalità.

Il mio pensiero è rivolto ai giovani, alle nuove generazioni, a mio figlio… a tutti i nostri figli. Anche a quei giovani che hanno deviato dalla via della rettitudine. Non posso e non voglio pensare che la grettezza degli antivalori sottesi alla ‘ndrangheta, all’inciviltà, possa ancora oggi attecchire sui nostri giovani, abituati a ragionare come cittadini europei. Dobbiamo avere nel cuore e nella testa le necessità del pianeta, dell’inclusione sociale, della parità di genere e dell’eguaglianza. Abbiamo bisogno di menti colte e illuminate. Abbiamo bisogno di impegno, di competenza, di entusiasmo per il futuro. Abbiamo bisogno dei nostri giovani. Per i giovani assumiamo il dovere di sviluppare le opportunità di studio e di lavoro in Città. Ai giovani, ricordo che il futuro è il riflesso delle “cose ben fatte o ignorate”.

E, così, se la giovane età si caratterizza nel sano svago, nella dedizione allo studio, nel rispetto e nell’onesto lavoro, allora il futuro potrà essere migliore: di cancelli che si aprono; di ponti che si attraversano! Diversamente, si rimarrà dietro cancelli chiusi, incatenati al muro dagli errori passati! Oh Maria, Madre Santa, illumina le scelte degli imprenditori: sia di coloro che si sono frapposti al racket, sia di quanti, ancora, invece vacillano. Apri i cuori di quei pochi che, con soprusi, vogliono distruggere il diritto della nostra Comunità ad uno sviluppo sostenibile e legalitario. Per di più, encomiabile è il quotidiano lavoro di tutte le forze dell’ordine e degli operatori della giustizia. Uomini e donne che sono un modello da seguire, un presidio di civiltà, un esempio di dedizione. E’ alla comunità Reggina, fatta di persone meravigliose, che l’Amministrazione comunale offre il proprio impegno assoluto. Per il persistere di criticità e disservizi, non chiediamo indulgenza ma comprensione.

La comprensione di chi e di quanti hanno la consapevolezza che è primario compito dell’Amministrazione coinvolgere la comunità amministrata nell’obiettivo di rendere la nostra città più attrattiva ed accogliente, qualificando i servizi per accrescere la qualità delle nostre vite. In tale direzione, con il sostegno della nostra Santissima Madre della Consolazione, insieme, possiamo superare vecchi e nuovi problemi, facendo di Reggio una città moderna e con radici ben salde nella storia. Nell’essere pungolo, miei concittadini, spronate l’agire pubblico, rifuggendo, però, da forme di ostilità o di assuefazione: “Nessuno domina a sé solo… Il dominio dunque richiede unità di molti insieme, che si dice Comunità”. Come Voi, sono orgoglioso di essere figlio di questa Comunità che, da sempre, continua a caratterizzarsi per solidarietà ed accoglienza. Alti e nobili valori dei quali siamo portatori e sentinelle. Anche nelle più recenti emergenze legate alla guerra in Ucraina, la nostra città si è distinta per l’attivazione di servizi di accoglienza, assistenza, ascolto.

Eccellenza reverendissima, questo tema è tanto caro a tutti noi, ma è solo grazie all’intervento determinante ed all’impegno della Chiesa e delle tante Parrocchie che operano sul territorio che è stato possibile rendersi davvero utili e fornire aiuto ed assistenza. Ne è un esempio la recente riqualificazione del cimitero dei migranti e dei poveri (di Armo), un’importante opera realizzata grazie ai fondi di Caritas Italia, donazioni e Caritas Diocesana di Reggio Calabria e Bova, che ha consentito di assicurare una sepoltura dignitosa a quei corpi senza vita arrivati sulle nostre coste 6 anni fa, e ad altri che purtroppo ne sono seguiti. Così il cimitero di Armo non è solo un luogo narrante di sofferenze, ingiustizie, speranze spezzate, ma è anche il simbolo dell’umana e Cristiana solidarietà. In proposito, Celeste madre, mi tornano in mente le parole ascoltate direttamente dal nostro Santo Padre rivolte ai Sindaci durante l’incontro tenutosi con Anci.

Il Pontefice si è soffermato su tre concetti cardine per gli amministratori pubblici: Paternità (o maternità) – Periferie – Pace. Del Paterno messaggio ci sono delle frasi che si sono scolpite nell’animo: “Dalle periferie si vede meglio la totalità: non dal centro, dalle periferie”. E ancora: “Partire dai poveri per servire il bene di tutti, perché loro, i poveri, ci ricordano le nostre fragilità e che abbiamo bisogno gli uni degli altri; ci chiamano alla solidarietà”. Con questi sentimenti, insieme a tutti voi, mi unisco all’appello del nostro Arcivescovo Morrone rivolto ai giovani per l’impegno a far risorgere, con l’aiuto della Madonna, la città di Reggio Calabria. Ravvivo la Sua appassionata esortazione: “Mostrateci che avete più cuore e fantasia di noi”. Incontriamoci alla Giornata nazionale per la Custodia del Creato che si terrà in Città nei prossimi giorni.

Santa Maria Madre della Consolazione, guidaci sempre, come sposi devoti, nella buona e nella cattiva sorte. A Te, o Madre Consolatrice, chino il capo. Ai Tuoi piedi mi inginocchio. Col Tuo conforto l’Amministrazione rinsalda l’impegno ad essere attenta alle esigenze delle persone più fragili e bisognose; ad esercitare le proprie funzioni in modo legale, efficace, trasparente ed imparziale. Madre, ritto davanti a Te miro il Tuo compassionevole sguardo… nel silenzio la mia preghiera più intima! Oggi e sempre, viva Maria!».

Monsignor Morrone: «Tutti insieme dobbiamo ridare bellezza a questa città»

Un discorso in due atti, uno rivolto al clero e al cammino sinodale e l’altro alla politica, con un richiamo forte all’impegno e al dialogo, quello tenuto da monsignor Morrone, che ha messo al centro del suo discorso i giovani. Una «chiamata al bello» interiore ed esteriore con un richiamo ai Bronzi. «Tutti insieme siamo chiamati a ridare bellezza a questa città metropolitana – ha affermato – che fatica a uscire dall’opprimente sensazione di incompiutezza».

Marra: «Ai giovani dobbiamo indirizzare la nostra partecipazione pubblica»

«La nostra città nutre la sua identità attraverso una devozione autentica verso la Madonna della Consolazione, i cui simboli religiosi ispirano valori spirituali e sentimenti ancestralmente legati alla tradizione». È quanto affermato dal presidente del Consiglio comunale Enzo Marra, presente alla cerimonia di consegna del cero votivo alla Madonna. «Reggio Calabria è grata alla sua Patrona per i grandi interventi salvifici al cospetto di eventi tremendi che il mito e la storia stessa, ci ha raccontato – ha continuato -. La sciagura della peste, le gravi calamità dei terremoti, le tante aggressioni subite da popoli stranieri e la grande pandemia che negli ultimi anni ha spazzato via la nostra quotidianità.

E quest’anno, dopo distacchi e divieti, la settimana di Festa ha assunto un sapore diverso, più atteso e forse più sentito rispetto al passato. In questi giorni di fermento, la città coglie nella totalità della sua bellezza, l’espressione di una fede che viene manifestata con orgoglio e commozione attraverso una coinvolgente propensione tramandata dalle famiglie, di generazione in generazione. Alla Vergine e Madre di Reggio, nel percorso processionale e non solo, la comunità affida le proprie preghiere e le proprie speranze, in un bisogno quasi viscerale di lasciarsi avvolgere dal suo abbraccio, per sentire vivo un conforto materno in un momento, che nonostante la presenza di migliaia di anime, diventa uno spazio intimo. Credenti e laici, incredibilmente in egual misura, vogliono avvicinarsi alla Sacra Effigie per lasciarsi conquistare dalla sua grazia, come ad essere raggiunti da una carezza che possa proteggerli nel lungo viaggio della vita.

Le si chiede conforto e carità, ma con deferenza la si accompagna in Cattedrale, per poterla venerare nei tre mesi in cui sarà sull’altare centrale del Duomo, e poi la ‘riaccompagna’, a novembre nel suo Eremo. Grazie a S.E. Morrone per l’accorato appello che ha voluto rivolgere ai giovani. Il “segno di un incontro” che non si traduce in una semplice e formale attenzione, ma un impegno che punta alla costruzione solida di un patto generazionale. Soprattutto a loro, ai giovani – noi istituzioni, con la responsabilità che deriva dal nostro mandato –  dobbiamo indirizzare la nostra partecipazione pubblica,  in uno sforzo di serietà e competenza, per il quale saremo chiamati a giudizio da chi ha il dovere di guardare e pianificare il futuro. Combattere la rassegnazione e spingere le nuove generazioni verso rivendicazioni politiche che guardino al bene comune. Con questo spirito di servizio, una classe dirigente potrà definirsi credibile agli occhi dei propri cittadini, che sapranno cogliere l’essenza della testimonianza».

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