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Reggio Calabria, si laurea a 10 anni dal trapianto di cuore: «Grazie ai medici che mi salvarono»

Angelo, 24enne calabrese, con una lettera ha voluto ringraziare l'ospedale Bambino Gesù di Roma che lo ebbe in cura: «Ho raggiunto un grande traguardo ed è anche vostro»

Reggio Calabria, si laurea a 10 anni dal trapianto di cuore: «Grazie ai medici che mi salvarono»

Dieci anni fa il trapianto di cuore che gli ha salvato la vita, oggi la laurea in Ingegneria gestionale a Reggio Calabria con il massimo dei voti. È la toccante storia di Angelo, 24enne nato a Milano ma vissuto in provincia di Cosenza. 

Era il settembre 2012 e il trapianto è stato eseguito all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, dal dottor Adriano Carotti responsabile tutt’ora della Cardiochirurgia. Il ragazzo, con una lettera il cui contenuto è stato postato sul profilo Facebook del Bambino Gesù, ha voluto ringraziare l’ospedale dieci anni dopo.

Sono semplici le parole utilizzate da Angelo, ma vanno dritte al cuore: «Oggi ho raggiunto un grande traguardo, quello della laurea magistrale in Ingegneria gestionale e l’Opbg tutto, il team trapianti in particolare, è parte integrante di tutto questo – scrive -. Vorrei solo dirvi grazie, un grande e grosso grazie, perché poco più di dieci anni fa io e la mia famiglia avevamo ben altri pensieri in testa, non stavo per nulla bene. Poi siete arrivati voi, è arrivato il trapianto e dieci anni dopo sono qui a scrivervi questo messaggio con tanto orgoglio, tanta passione e una grande devozione nei confronti dell’ospedale».

«I colleghi del Bambino Gesù, e quelli di tutta la nostra rete nazionale trapianti, li ringraziamo anche noi per il loro lavoro quotidiano – aggiunge sempre su Facebook il Centro Nazionale Trapianti, rilanciando la storia di Angelo- un grazie (“di cuore”, è il caso di dirlo) lo dedichiamo insieme ad Angelo al suo donatore, a tutte le donatrici e i donatori di organi, e a chi dichiara in vita il suo sì alla donazione per permettere a chi non ha più speranze di crescere, laurearsi, innamorarsi, viaggiare, lavorare, accompagnare i figli all’altare e i nipotini a scuola. Rinascere, insomma». 

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