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Vincent Raschellà, “il falco” di Caulonia pioniere dell’aviazione

Dai primi esperimenti nelle campagne della Locride alla consacrazione negli Usa. «La nuova piazza sia intitolata a lui»

Vincent Raschellà, “il falco” di Caulonia pioniere dell’aviazione

Snobbato in Italia, esaltato negli Usa. Nessuno fino a qualche anno fa a Caulonia sapeva dell’esistenza di Vincent Raschellà, inventore e pioniere dell’aviazione. Il primo volo dell’essere umano sperimentato nelle campagne di Caulonia 17 anni prima dei fratelli Wright? Alla luce dei documenti rispolverati dal web qualche anno fa grazie all’intuizione di Enzo Di Chiera e Pino Circosta, appassionati di storia dell’emigrazione, non sembra un sofisticato esercizio di fantascienza.

Anzi. In un pezzo dedicato all’inventore cauloniese, poi ripreso dal quotidiano La Stampa nell’edizione del 4 marzo 1931, Raschellà parla di un silenzio mantenuto per anni e rotto forse troppo tardi, sui particolari dei suoi esperimenti giovanili sulle montagne della Locride.

Da ragazzo, quasi per istinto naturale era attratto da tutto ciò che riguardava l’aeronautica. Si recò giovanissimo a Roma per studiare disegno, ma impiegava gran parte del suo tempo per apprendere la vita di geni come Leonardo Da Vinci, Cardali, e poi ancora Montgolfer, Pilatre, Rozier e Nadar. «Nel 1886 costruii il mio primo aquilone. Era un telaio bislungo ricoperto di tela di circa tre metri e mezzo. Dal centro penzolava un trapezio al quale mi aggrappai con le mani quando saltai da una balza per tentare il primo volo. Dopo qualche tempo costruii un altro aquilone simile al primo, ma non ho avuto risultati migliori».

Il primo volo nel 1889

La data da tenere in mente è quella del 25 settembre 1889: «Nel giorno del mio 26esimo compleanno ho fatto il primo volo con un apparecchio simile ad un aquilone completato da due pedali, un sedile e due eliche mosse con la forza dei piedi. Il volo è stato un vero successo, poiché coprii la distanza di 200 metri ed atterrai vicino ad un albero di albicocche. Avrei potuto volare più lontano, ma il luogo dei miei esperimenti era una zona di collina all’interno di un fondo di mio padre chiamato Scrongi».  

Per lui il sogno è appena cominciato. «Nel 1909 partii per l’America facendo leva sulle mie capacità artistiche. Ed ora dato che comincio a diventare vecchio, credo che sia doveroso far conoscere al mondo i miei esperimenti di aviazione». Non tutti all’epoca erano di amici disposti a credere quanto Raschellà andava raccontando.

Il pubblico attestato di tre amici

Garanti delle sue innovazioni si fecero così tre suoi amici concittadini attraverso un pubblico attestato: «Noi qui sottoscritti desideriamo attestare che il comune amico Raschellà Vincenzo per circa tre anni va sperimentando l’arte di volare. Che noi abbiamo assistito a quasi tutte le sue operazioni, anzi spesso collaborammo con lui nel costruire differenti intelaiature di bambù, canna e tela. In questi ultimi mesi egli ha costruito un pallone con due ali, anche fornito di motori e con due eliche, le quali egli fa rotare con i piedi, e lo chiama “il Falco”, col quale è rimasto in aria parecchie volte per qualche distanza. Noi rilasciamo questo attestato perché essendo Caulonia un piccolo paese, dove non è possibile la pubblicazione di giornale, riteniamo che questo è l’unico mezzo al presente di confermare quanto sopra. In fede (firmati) Barone Asciutti Nicola, Luigi Giuseppe Nescis, Fonte Giuseppe, Franco Luigi».

I suoi schizzi e progetti risultano ora custoditi negli scaffali della libreria pubblica di New York. A rendere ancora più affascinante la storia di quest’uomo è il mistero sulla sua morte. Da nessuna parte infatti è riportata la data e il luogo del decesso.

L’intitolazione della piazza

A Caulonia fino a qualche anno fa nessuno era conoscenza della sua esistenza. Adesso l’associazione “La memoria ritrovata”, che tempo addietro aveva avviato un crowdfunding per continuare le ricerche negli Stati Uniti, vuole intitolargli la nuova piazza nel centro storico di Caulonia. «Un personaggio straordinario di cui molti cauloniesi sono fieri e al quale bisogna iniziare a riconoscerne il grande valore storico e scientifico, magari cominciando proprio con l’intitolargli un angolo del nostro paese – si legge in una nota – L’idea ci è nata spontaneamente rileggendo la biografia di Raschellà.

Perchè non intitolare il belvedere che si è venuto a creare dopo l’intervento di recupero e consolidamento della rupe Tarantino proprio a Raschellà? Qui, Vincenzo vi si recava spesso in giovane età per osservare il volteggiare delle ciavule, oggetto dei suoi primi rudimentali studi sul volo. A rafforzare la convinzione sulla bontà della nostra proposta abbiamo considerato inoltre che poco distante, a un centinaio di metri, si trova in discreto stato di conservazione la casa dell’artista» che nell’intenzione dell’associazione culturale La Memoria Ritrovata potrebbe diventare un’area museale di interesse identitario e culturale, non solo a livello locale o regionale.

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