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Inaugurazione anno del Tribunale ecclesiastico a Reggio: 132 matrimoni nulli nel 2022

Decise 132 cause nel corso dell'anno passato. Quelle ancora pendenti passano da 163 a 135

Inaugurazione anno del Tribunale ecclesiastico a Reggio: 132 matrimoni nulli nel 2022

Cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro e del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro d’appello: ieri pomeriggio nell’aula Mondello del Seminario arcivescovile “Pio XI”. C’erano monsignor Francesco Savino, vice presidente della conferenza episcopale italiana, e dai moderatori, monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria Bova e monsignor Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace. Sono state 137 le cause decise nel 2022. Questo è il dato che emerge dalla relazione del Vicario giudiziale del Teic, monsignor Vincenzo Varone.

Dati statistici 2022

Chiarisce Varone nel documento: «Abbiamo deciso 137 cause, dichiarando nulli 132 matrimoni e dicendone la continuità di validità degli altri 5; 2 processi sono stati archiviati per perenzione a cagione dell’inattività delle parti. Le cause pendenti sono 28 in meno rispetto allo scorso anno, passando da 163 a 135.

Tale decremento del carico delle cause si accompagna anche ad una diminuzione dei libelli introdotti (109): 4 in meno rispetto all’anno 2021. È ormai da alcuni anni che stiamo assistendo ad una flessione costante, seppur minima, delle cause che vengono incardinate presso il nostro Teic ciò è dovuto ad una serie di circostanze che non ci possono lasciare impassibili o, peggio, indifferenti.

Per prima cosa la constatazione che la coscienza cristiana – spiega il prelato – deve essere adeguatamente e correttamente formata, in quanto molti nostri fedeli pensano che sposarsi o convivere non faccia molta differenza e pertanto non ravvisano la necessità di inoltrare richiesta di nullità di matrimonio laddove vi sia la presenza di un precedente vincolo: i nostri uffici di pastorale della famiglia e quelli che si occupano della consulenza pregiudiziale hanno ancora tanto da lavorare in questa direzione. È questa un’emergenza per la nostra opera pastorale nei confronti delle situazioni di “sofferenza” per cercare di dare “regolarità” alla vita di tanti nostri fratelli.

A quanto riferito circa le cause decise, bisogna aggiungere che le terminate, con pubblicazione per esteso della sentenza, sono state 122, alle quali si aggiungono i 9 procedimenti breviores celebrati nelle varie Diocesi afferenti il nostro Tribunale; una significativa riduzione rispetto agli anni passati, che evidenzia come la procedura più breve sia una modalità processuale all’apparenza “più semplice”, ma che in realtà richiede una serie di circostanze fattuali e giuridiche che la rendono difficile da applicare a molti casi concreti. Esemplare, in merito, è l’esperienza avuta con una causa incardinata come brevior presso la Diocesi di competenza, ma rimessa al giudizio del nostro Tribunale Interdiocesano dall’Ordinario per “non aver raggiunto la certezza morale nel giudicare la causa in esame”.

La durata media delle cause – dalla domanda introduttiva all’esecutività della sentenza – è oscillata tra gli 8 e i 24 mesi. Dopo la notifica, per le cause decise nell’anno e non appellate, sono stati emessi 46 decreti esecutori. A fronte delle cause terminate negli anni passati, sono stati emessi 78 decreti esecutori.

In riferimento ai capi di nullità pretesi in giudizio dalle parti, quello che emerge è il sempre più crescente “grave difetto di discrezione di giudizio”, che raggiunge il 55,15% dei casi trattati; seguono a ruota, in misura anch’essa crescente, la “esclusione della prole” col 12,82% e la “esclusione della indissolubilità del vincolo” col 8,97%. Costanti i trend per “esclusione della dignità sacramentale” e “della fedeltà”». Nel corso della cerimonia anche la prolusione del vicepresidente Cei e vescovo di Cassano, monsignor Francesco Savino.

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