Memoria e umanità, Gruppo Diemmecom-Pubbliemme: una stele sulla spiaggia di Cutro come a Capaci
Il luogo della tragedia deve diventare un luogo della memoria ma anche della speranza e dell’impegno, così com’è avvenuto sull’autostrada siciliana, affinché mai più possa accadere che vite vengano perse in un modo così disumano
“Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”. Scriveva così José Saramago, il grande scrittore capace di descrivere la realtà come era, spesso utilizzando allegorie e simboli. Responsabilità: parola che dalla notte di sabato scorso è pesante come un macigno. Parola che ha animato l’informazione locale e nazionale, che ha scosso i singoli, la politica, le istituzioni. Parola che rischia di rimanere, semplicemente, una parola: appena, passato lo sgomento, si inizierà a dimenticare la tragedia.
Ed ecco perché continuiamo a ripeterci la frase di Saramago: senza responsabilità non meritiamo di esistere, ma senza memoria non esistiamo. Per noi la memoria è essenziale. Ma non solo la memoria: anche l’orgoglio di appartenere e di lavorare in una terra, la nostra Calabria, che sa accogliere, che vuole accogliere. Poco lontano da Steccato di Cutro ci sono altre spiagge dove sono stati salvati migranti: pensiamo, ad esempio, ai 51 curdi salvati dai cittadini di Torre Melissa a gennaio di quattro anni fa. Anche nella notte tra sabato e domenica scorsa cittadini comuni hanno cercato di fare il possibile per salvare vite. Questo siamo noi calabresi. Ricordando l’umanità che sappiamo esprimere, ricordando la nostra accoglienza, ricordiamo anche le troppe vittime innocenti inghiottite dal mare e da responsabilità precise, di cui si dovrà rispondere.