venerdì,Aprile 19 2024

Da soccorso a soccorritore: la nuova vita di Haseeb, nella Locride con il Pakistan nel cuore

Il giovane mediatore culturale, in Calabria da 9 anni, ieri ha accolto i suoi connazionali sbarcati a Roccella: «Per me sono come fratelli»

Da soccorso a soccorritore: la nuova vita di Haseeb, nella Locride con il Pakistan nel cuore

«Ho avuto una sensazione strana, perchè mi sono subito ricordato di quando fui io ad essere stato soccorso. Mi fa molto piacere aiutarli perché conosco i loro sentimenti». Ha indossato la pettorina della Croce Rossa e si è messo a distribuire viveri e acqua ai suoi connazionali appena arrivati sui gommoni della Guardia Costiera nell’area portuale di Roccella. Lui è Haseeb, e quando è giunto in Italia dal Pakistan insieme alla sua famiglia compiendo lo stesso viaggio, aveva appena 9 anni.

Adesso, poco più che maggiorenne, parla 7 lingue e da qualche tempo è entrato a far parte dell’equipe dei collaboratori della Caritas diocesana che si occupano di accoglienza e sbarchi. Lo scorso anno è stato beneficiario del progetto APRI (accogliere, promuovere, proteggere, integrare), con il quale gli è stata data la possibilità di migliorarsi nello studio, di acquistare applicativi e pc per realizzare il suo sogno: diventare un grafico. Ieri, nel primo giorno di Ramadan, ha sentito forte il grido di aiuto della sua terra d’origine, e dalla scuola superiore che frequenta a Marina di Gioiosa si è fiondato subito a Roccella vestendo i panni di volontario tra i soccorritori per dare una mano a chi come lui è fuggito da situazioni difficili.

«Ho avuto una sensazione strana – racconta – perchè mi sono subito ricordato di quando fui io ad essere stato soccorso. Mi fa molto piacere aiutarli perché conosco i loro sentimenti. Per loro intraprendere un viaggio del genere non è per nulla facile, per me è come se fossero tutti miei fratelli, non solo quelli di nazionalità pachistana, ma anche di tutti gli altri paesi». Dal giovane mediatore pakistano, che sogna costruirsi un futuro e rimanere in Italia, anche un appello alla comunità calabrese. «Date il più possibile una mano a queste persone – afferma – fuggono dalla loro terra d’origine da situazioni di guerre e crisi politiche, per venire qui in cerca di una vita migliore».

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