sabato,Aprile 20 2024

Giornata dell’acqua, “Città della Piana” sale in cattedra a Polistena

Un convegno sull’importanza della preziosa risorsa naturale ha riacceso i riflettori sulla Diga sul Metramo

Giornata dell’acqua, “Città della Piana” sale in cattedra a Polistena

Per il terzo anno consecutivo, l’associazione “Progetto città della Piana”, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, ha organizzato un incontro per sottolineare il proprio impegno per la salvaguardia e la valorizzazione di quella che è la risorsa naturale più importante. Quest’anno la manifestazione si è svolta in collaborazione con il Liceo statale “Giuseppe Rechichi” di Polistena, guidato dalla dirigente scolastica Francesca Maria Morabito la quale, sposando l’iniziativa, ha fatto partecipare all’evento, svoltosi all’interno del Cinema Garibaldi, studenti e insegnanti.

Il convegno si è aperto con un’ampia e articolata relazione del segretario dell’associazione Aldo Polisena che, partendo dalla grave crisi idrica e ambientale che sta attraversando l’Italia, si è poi soffermato sull’importanza che l’acqua riveste per l’umanità. Ha ricordato che «miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso all’acqua potabile e ciò è anche una delle cause delle forti ondate migratorie che, senza alcun controllo, stanno investendo e destabilizzando l’Italia e l’Europa.

Grave – ha affermato Polisena – è anche la situazione del nostro territorio che, nonostante la presenza della Diga sul Metramo a Galatro, che garantisce acqua in abbondanza, vede sia l’agricoltura che la popolazione dei centri urbani, soffrire la sete durante la stagione estiva». La parola è poi passata al socio Enzo Mileto, il quale ha esposto, con ampia dovizia di particolari, il fondamentale intervento di «una saggia politica da parte delle istituzioni nella gestione della risorsa idrica, il cui onere economico oggi grava in modo insostenibile sui bilanci familiari. È auspicabile – ha affermato – una rigorosa razionalizzazione del servizio che contenga i consumi, riduca i costi per le famiglie e garantisca la regolare erogazione in qualsiasi momento dell’anno».

Molto tecnico e dettagliato è stato l’intervento di Nicola Marazzita che, inframezzando il suo discorso con un breve filmato sulla Diga del Metramo, ha compiuto una ricca disamina sulla risorsa acqua analizzandola in tutti i suoi aspetti e collegandola alle molte opportunità che con la stessa si possono cogliere, «grazie alla presenza sul nostro territorio di questa importante infrastruttura, completata ben 30 anni fa, ma mai entrata in funzione. Si potrebbero per esempio – ha proposto Marazzita, costruire centrali per la produzione di energia idroelettrica, rinnovabile, non inquinante e a basso costo, alimentate dalla stessa acqua della Diga, per poi realizzare, su tutto il territorio della Piana, una rete idrica per la distribuzione dell’acqua per uso irriguo, potabile e antincendio. Sensibilizzando la Regione infine, si potrebbe realizzare, nell’area industriale di Gioia Tauro, una centrale per la produzione di idrogeno, che è l’energia del futuro, utilizzando sempre l’acqua proveniente dalla Diga sul Metramo».

Vito Cardone, docente di Filosofia, Diritto e Scienze umane del Liceo “Rechichi”, intervenendo si è complimentato con l’associazione per «l’opportunità offerta al nostro istituto, ai docenti e agli studenti, di ascoltare e dibattere su una problematica di stringente attualità e importanza», facendo notare come l’acqua sia «decisiva per lo sviluppo del territorio e per incrementare la qualità della vita. Mi auguro che si rafforzi la cultura del rispetto e della valorizzazione di questa risorsa e che si imprima un’accelerazione nella messa a sistema delle infrastrutture idriche esistenti e di quelle da realizzare, al fine di garantire le giuste opportunità di sviluppo che il territorio merita».

Anche gli studenti hanno partecipato attivamente al dibattito, ponendo diverse domande ai relatori, sia sull’impatto occupazionale che avrebbero tali infrastrutture idriche se venissero realizzate e messe in funzione, sia sull’esigenza di utilizzare l’acqua, senza inutili sprechi e quindi con maggior senso di responsabilità. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate ad Armando Foci, presidente dell’associazione, il quale ha voluto ribadire quanto sia decisiva l’acqua per la Piana, che «senza il migliore e rapido utilizzo della Diga sul Metramo e la realizzazione di una rete di distribuzione, si continuerà, anche a causa dei cambiamenti climatici, ad aggravare la penuria di acqua potabile che si manifesta puntualmente ogni estate nei 33 centri urbani.

Ma, ancor peggio – ha affermato – si rischia di distruggere le migliori e redditizie colture agricole per la cui irrigazione, dovendo attingere obbligatoriamente l’acqua nel sottosuolo, i pozzi sono ormai arrivati, per l’abbassamento delle falde acquifere, ad attingere acque salmastre assolutamente inidonee e anzi dannose per l’irrigazione dei campi». Foci ha poi reputato molto importante anche la proposta avanzata da Marazzita, di realizzare sia le centrali idroelettriche che una centrale di produzione di idrogeno mediante l’utilizzo delle acque della Diga, «così come ormai non è più rinviabile la realizzazione di un impianto antincendio sui monti, per arrestare definitivamente gli sconcertanti incendi dei nostri boschi, che da sempre distruggono uno dei nostri inestimabili patrimoni.

Ci sarebbe anche molto da dire – ha aggiunto Foci facendo riferimento ad Arrical – sull’utilità di valorizzare il bacino della Diga dal punto di vista turistico-ambientale e sugli strumenti di cui dotarsi per la gestione di questa preziosa risorsa, principe dei beni comuni, che non va assolutamente mai privatizzata. Una gestione che deve avvenire non più sulla testa delle popolazioni e lontano da esse, continuando a imporre l’utilizzo di costosi “carrozzoni” clientelari che purtroppo perseguono esclusivamente scopi di lucro.

Va privilegiata invece, una gestione comune e a scala comprensoriale molto più razionale ed efficiente, affidata con pieni poteri decisionali e organizzativi in un quadro di regole regionali, a un’assemblea di sindaci supportata da adeguate strutture tecnico-amministrative, quale potrebbe essere l’esistente Consorzio di bonifica, opportunamente riformato e rinforzato, che diventi strumento tecnico della programmazione a disposizione di tutti i sindaci del territorio».

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