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25 aprile, Taurianova ricorda l’antifascista libertario Cipriano Scarfò

Accusato di aver tagliato i fili del telegrafo, venne fucilato il 25 agosto del 1943

25 aprile, Taurianova ricorda l’antifascista libertario Cipriano Scarfò

Come ogni anno, in occasione della Festa della liberazione, l’Istituto “Ugo Arcuri” per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Taurianova, ricorda l’eroica figura di Cipriano Scarfò, antifascista libertario, fucilato dai nazisti nel 1943. Con una sobria cerimonia, alla quale ha preso parte il nipote – il consigliere comunale Raffaele Scarfò – gli ha reso omaggio in piazza della Concordia, dove si trova la lapide commemorativa dedicatagli dallo stesso Istituto “Ugo Arcuri” il 25 agosto 2011.

La storia

Come racconta Rocco Lentini, presidente dell’Istituto “Ugo Arcuri”, nel suo “La Resistenza negata. Cipriano Scarfò e la Liberazione in Calabria”, Taurianova, durante il ventennio fascista, era sede di una delle quattro “Coorti provinciali della milizia”. Qui il rapporto tra fascisti e antifascisti è stato molto conflittuale. Questi ultimi, insieme a più di venti confinati politici, operavano nella clandestinità ma non esitavano a uscire allo scoperto per affrontare i ras locali. A Taurianova erano dislocate la 104ª divisione di Fanteria “Mantova” e un reparto della Divisione “Lupi di Toscana”, che facevano parte delle forze italiane a difesa della Calabria. A queste Divisioni, si affiancò, dopo lo sbarco alleato, la Divisione tedesca Panzer Grenadier, al cui comando vi era il generale di brigata Walter Fries.

E’ in questo frangente che si affaccia la figura di Cipriano Scarfò, membro del Comitato di concentrazione antifascista, un gruppo di artigiani e piccoli commercianti libertari e antifascisti. Scarfò manifestava sentimenti libertari e insofferenza nei confronti del regime. Abile artigiano, gestiva un’officina-negozio di armeria che si affacciava su piazza Concordia e, quando le incursioni aeree spinsero la popolazione verso la campagna, cercò casa in contrada Chiusa per mettere al riparo la sua famiglia. Tale contrada era caratterizzata da una ricca vegetazione di ulivi secolari, sotto i quali, nella vicina contrada Micigallo era accampata la 29ª Divisione tedesca Panzer Grenadier. La casetta di campagna di Scarfò, era raggiungibile dalla strada provinciale e da una stradina interna che passava tra gli ulivi. Essendo più breve, anche se per un lungo tratto, delimitava la zona militare del campo tedesco, Cipriano la percorreva ogni giorno per raggiungere il suo negozio.

Cipriano Scarfò

Il 25 agosto del 1943, l’uomo però non tornò a casa per il pranzo. Era stato arrestato dai tedeschi con l’accusa di sabotaggio per aver tagliato i fili del telegrafo. Catturato in pizza Duomo e caricato su un autocarro venne condotto al campo tedesco e alle 14.30 di quello stesso giorno, barbaramente trucidato per rappresaglia dopo essere stato legato a un albero di ulivo. Alcune testimonianze riferirono che Scarfò, al momento della fucilazione sputò con disprezzo contro gli aguzzini, gridando “vigliacchi”. Il giorno del funerale non fu consentito l’ingresso in chiesa.

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