giovedì,Aprile 25 2024

Piazza De Nava a Reggio, il Comitato: «L’ultima spiaggia è il ricorso ex art. 700 c.pc.» – VIDEO

Il presidente Vitale: «È stato leso un diritto soggettivo del cittadino di godere di quel bene cultura e paesaggistico»

Piazza De Nava a Reggio, il Comitato: «L’ultima spiaggia è il ricorso ex art. 700 c.pc.» – VIDEO

«La nostra battaglia di etica politica è di estetica urbanistica contro il progetto demolitivo di piazza De Nava sembrerebbe essere persa. Ci resta l’ultima spiaggia della resistenza: un ricorso civilistico ex art. 700 c.p.c».

Le parole sono quelle di Enzo Vitale, presidente del Comitato civico per la tutela di piazza De Nava. Nel sito sono iniziati da settimane i lavori di ristrutturazione e riconversione della piazza secondo quanto previsto dal nuovo progetto. Ma il Comitato vuole giocarsi l’ultima carta. La situazione è stata illustrata stamattina al Piccolo auditorium Lamberti, davanti alle associazioni che restano nel comitato.

Il ricorso infatti è stato firmato da Legambiente, dall’Ordine dei Territorialisti e dalle Fondazioni Mediterranea, Lamberti e Tripodi, oltre che da persone fisiche, tra cui Lidia Liotta, Eduardo Lamberti, Pasquale Amato, Alberto Ziparo, Michelangelo Tripodi, Vincenzo Vitale, e in via indiretta anche dai partecipanti a titolo personale al Comitato.

Col ricorso civilistico vengono messi in evidenza aspetti ben precisi.

«Il primo è la mancata consultazione popolare per la demolizione di una storica piazza cittadina, per la costruzione di qualcosa di nuovo – chiarisce Vitale – A nostro avviso è stato leso un diritto soggettivo del cittadino di godere di quel bene cultura e paesaggistico che fino a questo momento era stato in suo godimento.

Non lo può più fare. Il consiglio comunale si era espresso il 31 dicembre 2022 per una rimodulazione del progetto. Non è stato fatto nulla ossia è stato disatteso dagli attuali amministratori anche il deliberato unanime del civico consesso».

Il ruolo della Soprintendenza

Da non sottovalutare inoltre una situazione che «Penso sarà attenzionata dalla magistratura – aggiunge il presidente – abbiamo lo stesso soggetto, le stesse persone, la stessa struttura periferica dello Stato che individua una fonte di finanziamento, fa un progetto in una nuova piazza con demolizione della precedente,   rimuove i vincoli paesaggistici che lei stessa aveva posto su un vecchio progetto del Comune di restauro conservativo. Quindi i vincoli che aveva messo la Soprintendenza, li toglie lei stessa per poter portare avanti questo progetto.

La stessa Soprintendenza esprime il direttore dei lavori. abbiamo la perfetta coincidenza di persone che hanno un interesse vario, legittimo di portare avanti un programma e i soggetti che dovrebbero controllare la giustezza di questa operazione che sono la stessa persona.

Fosse accaduto a un politico o a un imprenditore sarebbe in galera. Non si può disporre un finanziamento di 5 milioni, fare un’opera di ristrutturazione urbanistica del centro storici della città e poi controllare te stesso, dopo aver rimosso i vincoli che tu stesso avevi posto. È una cosa oscena dal punto di vista di etica politica e amministrativa».

La Procura

Altra questione è la pendenza alla Procura di Reggio. «Ci sono dei procedimenti penali in corso per una violazione oggettiva della dinamica democratica di gestione dei lavori pubblici in una città. Vi sono dei rilievi, un certo fumus c’è. Tant’è che i procedimenti penali sono in essere» chiude Vitale.

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