martedì,Dicembre 3 2024

A Siderno la rassegna “Una, nessuna e centomila”: mercoledì il film “Una femmina” e dibattito

Iniziativa organizzata dal Centro Antiviolenza Angela Morabito in collaborazione con il Comune di Siderno. Appuntamento alle ore 19 alla villa comunale

A Siderno la rassegna “Una, nessuna e centomila”: mercoledì il film “Una femmina” e dibattito

Il terzo appuntamento della rassegna cinematografica “Una, nessuna, centomila”, organizzata dal Centro Antiviolenza Angela Morabito in collaborazione con il Comune di Siderno, assessorato alle Pari Opportunità, si terrà il prossimo 19 luglio alle h 19:00, presso la Villa Comunale della città.


Al centro del dibattito Violenza di genere e mafie, così come della pellicola in programma di Francesca Costabile, dal titolo “Una femmina”. Tra i relatori ci saranno i procuratori di Reggio Calabria e Locri, Giovanni Bombardieri e Giuseppe Casciaro, il presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, il procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, Roberto Di Palma, l’avvocata Lucia Lipari per la Piccola Opera Papa Giovanni – Centro antiviolenza Angela Morabito, e i referenti di Libera Calabria e Locride, Giuseppe Borrello e Deborah Cartisano. A moderare il dibattito invece sarà il giornalista di LaCnews24 Vincenzo Imperitura.


Uccise, fatte a pezzi, annientate fisicamente e psicologicamente dai clan della criminalità organizzata per avere “tradito” le regole degli uomini delle ‘ndrine. Sono le vittime dei femminicidi di mafia. Di loro non è stato fatto ritrovare nemmeno il cadavere in alcuni casi. Stereotipi, clichè, virilità e machismi ostentati, amplificati dalla subcultura mafiosa.

Analizzare il ruolo delle donne all’interno delle mafie è importantissimo a livello sociale e giudiziario, perché permette di inquadrare i reati e qualificarli correttamente, di contrastare i fenomeni, agire in una logica preventiva o di fuoriuscita, una lettura consapevole permette di conoscere le organizzazioni criminali che escludono le donne ed esercitano un ferreo controllo della loro vita pubblica e privata, laddove queste stesse non svolgano in prima persona un ruolo apicale. Depositarie della subcultura criminale, le donne madri hanno il compito assoluto di trasmettere il codice culturale mafioso ai figli, rappresentano l’ago della bilancia della considerazione sociale del marito, della sua onorabilità.

Storie, volti, nomi di donne cadute per mano delle mafie, anche perché si sono ribellate, perché hanno scelto di cambiare il corso della propria vita e di quella dei propri figli.
Questi e molti altri i temi che animeranno il prestigioso confronto e che cercheranno di offrire
spunti di riflessione e vie percorribili per la tutela e la salvaguardia dei diritti delle donne.

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