sabato,Gennaio 25 2025

Ferrovie Calabro-Lucane, “Progetto città della Piana”: «Rigenerarle per una mobilità sostenibile»

Il coordinamento delle associazioni socio-culturali propone di trasformarle in una moderna ed efficiente metropolitana circolare che colleghi tutti i 33 comuni della Piana

Ferrovie Calabro-Lucane, “Progetto città della Piana”: «Rigenerarle per una mobilità sostenibile»

Un progetto di mobilità sostenibile che guardi alla “Nuova agenda urbana” approvata nel 2016 nella conferenza “Habitat III” delle Nazioni Unite, è quanto proposto dal coordinamento delle associazioni socio-culturali “Progetto città della Piana”, presieduto da Armando Foci. Al centro del progetto la rigenerazione delle ormai dismesse Ferrovie Calabro-Lucane. «La “Città della Piana” per poter nascere, diventare politicamente forte e per utilizzare al massimo e al meglio le proprie risorse – spiega Foci – ha bisogno anzitutto di un progetto di mobilità sostenibile che realizzi la sicurezza negli spostamenti, la difesa dell’ambiente e nello stesso tempo decongestioni il costoso e inquinante traffico stradale privato.

Un progetto per valorizzare parchi, bellezze naturali e centri storici, che guardi al collegamento del porto con il territorio, al futuro nuovo ospedale della Piana e al recupero delle ex strutture sanitarie esistenti. Un progetto che punti a rigenerare l’infrastruttura ferroviaria esistente, pensando al restauro delle stazioni degradate e abbandonate, all’integrazione di treni, auto, cicli e pullman elettrici per poter facilitare le attività produttive, ridurre i costi per gli spostamenti privati e per incrementare i flussi turistici».

Il progetto

Secondo il presidente Foci, «solo così si potrà valorizzare il grande patrimonio naturalistico, architettonico e le bellezze esistenti lungo le due tratte delle ex Ferrovie Calabro-Lucane, come la grotta di Sant’Elia e i parchi archeologici, l’artigianato di Seminara e la Chiesa della Madonna dei Poveri, la Varia di Palmi, gli Uliveti secolari, il Parco d’Aspromonte, la fascia costiera, le fontane storiche, l’Orto botanico di Cittanova, il castello di San Giorgio Morgeto, le bellissime chiese di Cinquefrondi, Polistena, Oppido con il suo pregevole museo diocesano e tutti i borghi delle aree interne, le aste fluviali del Mesima e del Petrace, da trasformare in Parchi. Tutto oggi purtroppo degradato e in via di abbandono».

L’idea è quella di utilizzare i veicoli ferroviari di ultima generazione, prevedendo anche il prolungamento dell’attuale linea da Cinquefrondi, passando per Melicucco, Anoia, Maropati, Giffone, Galatro, Feroleto della Chiesa e Plaesano, Laureana di Borrello, Rosarno, San Ferdinando e porto di Gioia Tauro, per ricollegarsi all’esistente capolinea di Gioia Tauro, realizzando così una moderna ed efficiente metropolitana circolare che li colleghi tutti h24 per 365 giorni all’anno.

Il progetto comprende anche gli abitati del versante nord, da Cinquefrondi verso Candidoni, Serrata e San Pietro di Caridà, e del versante Sud, da Cittanova verso Molochio, Terranova Sappo Minulio, Varapodio, Cosoleto, Oppido Mamertina, Santa Cristina, San Procopio, Scido e Seminara, mediante un collegamento con pulmini elettrici in coincidenza con la metropolitana. Nel disegno è prevista poi, la riattivazione del tronco Gioia Tauro-Palmi-Seminara-Sinopoli-Sant’Eufemia e da lì estenderlo con pulmini elettrici fino a collegare la stazione sciistica di Gambarie con la città della Piana. «Ci si dovrà però anche finalmente impegnare – afferma Foci – a completare il progetto del 1920 da Cinquefrondi allo Jonio (ove già esiste il collegamento Mammola-Gioiosa Jonica) per connettere anche su ferro i due versanti Tirrenico e Jonico, rivendicando dal Ministero la realizzazione di un’altra canna (ferroviaria) in aggiunta alla galleria della Limina».

L’impegno di tutti

“Progetto città della Piana”, sostiene che tutti i 33 comuni del Piana, la Città metropolitana e la Regione dovranno sottoscrivere un protocollo d’intesa, assumere impegni di spesa per redigere un primo studio di fattibilità, reperire finanziamenti e passare alla redazione di un progetto esecutivo che diventi patrimonio identitario di tutto il territorio. «Oggi è il momento favorevole perché la tendenza del Pnrr è quella di dare priorità agli investimenti infrastrutturali nelle città – sostiene Foci – perché è nei grandi centri urbani che si gioca la sfida fondamentale della mobilità italiana per superare il gap che le separa dalle sorelle italiane e europee».

Foci sottolinea che «chi ritiene di trasformare il tracciato della linea ferrata soltanto in una pista ciclabile dimostra di non conoscere gli scenari del futuro. Vogliamo anche noi una pista ciclabile ma, ci chiediamo, perché distruggere un’importante infrastruttura ferroviaria storica se è vero che entro il 2050 il trasporto passeggeri è destinato ad aumentare del 50%, che in quest’ultimo periodo c’è stato un incremento complessivo del 14% della mobilità su rotaia e un ridimensionamento del trasporto su strada e che i territori sprovvisti di buoni collegamenti pubblici non hanno alcuna prospettiva di sviluppo?

Privilegiare il trasporto pubblico locale, attuando misure graduali per realizzare il passaggio dal gommato alla ferrovia, è un passaggio ragionevole ed è quello che, in sostanza, gli altri territori della Regione hanno intelligentemente programmato quasi 20 anni or sono, con i fondi europei del Por Calabria 2007-2013. È già stato progettato ed è in corso di appalto, per circa 450 milioni di euro, il Sistema metropolitano calabrese di Cosenza-Rende; stazione ferroviaria Lamezia Terme, aeroporto, Catanzaro Lido; Paola, Sibari, Corigliano, Crotone, Rossano e infine, Reggio Calabria-Lamezia Terme. Praticamente l’unica esclusa è la Piana che, non avendo giocato alcun ruolo in questo delicato settore, al contrario ha incrementato il trasporto privato (inefficiente e inquinante) a scapito del trasporto pubblico».

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