«Già oggi faremo una riunione on line con un gruppo che si occupa della questione tra coloro che sono residenti o hanno attività nel territorio a Torre Faro e sanno di essere tra chi dovrà essere espropriato ma non vogliono andare via, si deve reagire. Abbiamo fatto un comitato Capo Peloro e sono migliaia le persone interessate e che si stanno già muovendo, concorderemo le attività da portare avanti, sicuramente delle azioni legali congiunte pe tutelare il territorio e per permettere a queste persone di restare nelle proprie abitazioni». A dirlo Daniele Ialacqua della Rete No ponte, dopo la notizia che a breve la Società Stretto di Messina pubblicherà gli avvisi per gli espropri e saranno creati a Villa San Giovanni e Messina degli sportelli dove si potranno recare le persone residenti nell’area dove sorgerà il Ponte sullo Stretto di Messina, per chiedere delucidazioni su procedure e atti.
«Davanti agli sportelli – prosegue Ialacqua – faremo dei sit in giornalieri e affiancheremo queste persone e i loro legali, non li lasceremo soli e non permetteremo che vengano raggirati». «Mio nonno abitava qui nel villaggio di Torre Faro già 100 anni fa – dice la signora Enza Lo Jacono – la mia famiglia e i nostri parenti sono qui dagli anni ’80. Vogliamo rimanere qui non ci interessano i soldi anche se fossero un miliardo di euro, siamo affezionati a questo luogo, e non intendiamo andare via. abbiamo anche i nostri avvocati che si stanno occupando del problema: per noi è solo danno materiale, ma soprattutto esistenziale».
«Non me ne vado, ma nemmeno per idea»: Mariolina De Francesco, che sarà espropriata della casa nella quale con marito e figlie ha vissuto per 23 anni sulla sponda messinese dove dovrebbe sorgere un pilone del ponte sullo Stretto è battagliera e ribadisce: «Se la mia casa la dovessi cedere per un ospedale oncologico per i bambini la cederei, ma non per una cosa inutile come questa».
E se il ponte si dovesse comunque fare? «Vivremmo per anni in mezzo ai cantieri in Calabria e in Sicilia. Ma non solo: lo Stretto di Messina non si deve toccare; come ha detto il National Geographic nel settembre del 2022 la spiaggia di capo Peloro è la più bella spiaggia italiana dal punto di vista naturalistico. L’articolo 9 della Costituzione dice che le zone ricche di biodiversià e pregio naturalistico sono intoccabili. E la regione Sicilia nel 2001 ha fatto decreto nel quale dice che la zona di capo Peloro è zona di pregio che va salvaguardata. La stessa regione che ora gli da i miliardi…».
«Uno sportello informativo, aperto un paio d’ore al giorno per tre giorni la settimana, con un appuntamento da concordare telefonando a Roma, è il massimo che Ciucci concede alle famiglie che temono per il loro futuro. Sportello che sarà aperto in una struttura comunale, messa a disposizione (gratuitamente?) dall’amministrazione messinese, che invece di tutelare i cittadini si mette al servizio di una società privata: non può funzionare così, avete fatto male i vostri conti».
«Così si esprime – racconta il Comitato messinese “Invece del Ponte” – un settantenne espropriando di Torre Faro, dopo avere letto l’odierno comunicato che detterebbe i tempi per l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato agli espropri. La strategia comunicativa della Stretto di Messina aggiunge così un’altra perla alla propaganda, cercando di convincere i meno attenti che ormai il dado è tratto e non si potrà più tornare indietro. La pubblicazione di un avviso – scrive il Comitato cittadini – è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa. La verità è che non c’è nessun progetto approvato, che arriveranno invece in tempo utile montagne di osservazioni, che partiranno innumerevoli ricorsi, anche per colmare l’incomprensibile e assurdo silenzio delle istituzioni locali.
Gli espropri potrebbero essere avviati solo dopo la “dichiarazione di pubblica utilità”, che seguirà l’eventuale approvazione del Cipess – scrive ancora il Comitato -. Prima di allora nessun avviso privato può avviare nessun esproprio. E i cittadini, con ancora più impegno, lavorano per impedire l’approvazione di un progetto vecchio, inutile, dannoso e che sembra riproposto solo per fare ‘un grosso favore ai privati’ (parola di Anac) Di questo e altro il comitato “Invece del ponte” parlerà nel corso della conferenza stampa organizzata giovedì 4 aprile alle 11 al salone delle Bandiere del Municipio di Messina».