martedì,Settembre 17 2024

Catona, la speranza ha il volto dei bambini: «torniamo ad abitare il territorio»

Una manifestazione che nasce dopo un evento che ha lasciato senza parole la città. «Nasce per dare voce ai giovani, loro possono essere protagonisti di un cambiamento»

Catona, la speranza ha il volto dei bambini: «torniamo ad abitare il territorio»

Hanno bruciato i colori della speranza e della legalità. Non ci sono riusciti. Sono tornati i colori a Catona. Dopo pochi giorni dall’incendio che ha distrutto il manto del nuovo campo sportivo, sono scesi in campo, nonostante tutto, i bambini. Sono stati loro i protagonisti di una rivoluzione culturale che parte dal basso per riappropriarsi di spazi e luoghi di condivisione e legalità.

Il Sindaco Falcomatà aveva invitato – dalle telecamere di Dentro La Notizia in diretta su LaC – tutta la cittadinanza a «lanciare un segnale netto, di contrapposizione a chi ha dato fuoco alla speranza dei giovani e giovanissimi». Alla rabbia e all’amarezza del primo cittadino hanno risposto i bambini.

Bambini che stanno dando vita a una manifestazione che nasce dopo un evento che ha lasciato senza parole la città. Ma il perché è nata questa manifestazione lo ha spiegato Don Francesco Siclari, parroco della parrocchia San Dionigi di Catona. «Questa manifestazione va al di là della presa di coscienza di un fatto che è a discapito di tutti, del bene comune. Nasce per dare voce ai giovani, ai ragazzi e ai bambini, perché loro possono essere i protagonisti di un cambiamento. Possono essere ascoltati dalle istituzioni, dalle associazioni presenti e da coloro che lavorano sul territorio e nella scuola, che li ha anche preparati a questo tipo di incontro. È un punto di partenza. I ragazzi saranno ascoltati dalla comunità, perché la comunità, insieme a loro, può prendere delle decisioni e soprattutto può fare qualcosa per il bene comune, affinché il bene comune possa essere custodito e realizzato».

Stanno cercando di costruire dalle ceneri in un quartiere particolare, che come tutta questa terra è colpito dalla criminalità. Quanto è importante dare ai ragazzi questo segnale di legalità? «Partiamo dai ragazzi per costruire con loro la legalità, per costruire il senso del bene comune. Chiaramente, la criminalità incide più di quanto possiamo incidere noi. È importante che tutti noi abitiamo il territorio, perché possa essere abitato da noi e non da altri. Ci devono essere le occasioni in cui i ragazzi possono stare insieme, possono giocare, possono vivere dei momenti di socialità, possono avere luoghi disponibili per loro. Questo permette anche di allontanare quelle presenze che nel territorio possono creare danni o occasioni di violenza, di deturpazione, di danni che poi si manifestano sul territorio».

Ad essere presente, in ascolto delle tante e belle proposte arrivate dai ragazzi è stato il Vescovo Fortunato Morrone. «Io direi che è una manifestazione politica. Politica significa che dobbiamo abituarci a queste distruzioni del nostro territorio, della nostra civiltà, del nostro cuore. Cittadinanza attiva. Se no riusciamo a essere attivi dentro la nostra città e lasciamo che altri facciano per noi, non ne usciamo più. La criminalità trova spazio dove noi ci ritiriamo dalle nostre responsabilità».

Cosi tra le proposte i ragazzi hanno chiesto di avere proprio degli spazi di socializzazione. Luoghi per lo sport come «il Palloncino da sistemare». Chiedono solo di essere ascoltati.

«È un modo, un segnale, per incoraggiare questi ragazzi. Questa terra non è dei prepotenti, è dei ragazzi, delle nostre generazioni, di tutti noi. Se questa terra è mia, allora mi appartiene, mi sta a cuore. Questa è cultura. Insomma, abbiamo questa cultura del rispetto reciproco, di mettersi insieme. La criminalità ci toglie l’amore, ci toglie la speranza. Questa manifestazione è un segnale per vivere socialmente insieme al meglio la nostra libertà per il bene di tutti».

In assenza del sindaco Giuseppe Falcomatà ad ascoltare i ragazzi erano presenti l’assessore Marisa Lanucara e il presidente della consiglio Vincenzo Marra.

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