Villa, Nuvola Rossa: «Sempre dalla parte degli ultimi ma contro la cattiva accoglienza»
Il centro sociale chiarisce la sua posizione circa le voci (non confermate) di una possibile permanenza di migranti nei locali del dismesso hotel De La Ville
«Da giorni circolano voci circa l’apertura di un centro di prima accoglienza per migranti (Cas, Centro di Accoglienza Straordinaria) presso i locali dell’ Hotel de La Ville.
Voci che non sono state confermate da nessuna comunicazione ufficiale da parte degli enti preposti, primo fra tutti la Prefettura che, quanto alla tipologia di accoglienza in questione, è l’unica titolata a dare autorizzazione all’apertura e alla quale farà capo il centro di accoglienza, in quanto da essa dipendono tutti i Cas.
Ma ciò che ci ha spinti ad intervenire sulla questione, ancora incerta, è stato il tenore di queste voci e ciò che, inevitabilmente, stanno scatenando». È quanto si legge su un post social del centro sociale Nuvola Rossa di Villa San Giovanni.
«In primo luogo la reazione da parte della popolazione, che comprendiamo, qualora venisse confermato il collocamento di più di 100 persone in un hotel, perché i villesi ricordano l’esperienza dell’hotel Plaza che nel 2016 “è stato riempito” centinaia di persone, in fuga da guerre e disperazione. “Riempito”, sì, perché letteralmente le persone al suo interno sono state abbandonate come oggetti.
Noi del Nuvola Rossa abbiamo in quell’occasione monitorato ciò che accadeva, abbiamo supportato dall’esterno tutte quelle persone che si sono ritrovate in una città che non conoscevano, senza supporto legale, senza essere aiutati per ottenere i documenti. Ci venivano inviate le foto del cibo somministrato ai migranti, con scarafaggi e muffa.
Di quell’esperienza ricordiamo anche l’aiuto che queste persone hanno ricevuto in un primo periodo dai volontari della protezione civile, ma poi nulla più.
Eppure quel centro di accoglienza è stato aperto quando ad amministrare c’erano proprio quei politicanti che oggi, con post pubblici deplorevoli che stanno suscitando commenti ancora più deplorevoli, cercano di speculare su un tema così delicato per inseguire una rivalsa personale.
Gli stessi politicanti che all’epoca hanno firmato una convenzione con la Prefettura che potrebbe aver messo la città di Villa San Giovanni nelle condizioni di dover pagare i danni che il proprietario dell’ hotel ha subito. Noi non accettiamo alcuna speculazione su un tema di questo tipo.
Sappiamo come la città di Villa San Giovanni ha risposto, con grande umanità e solidarietà, all’accoglienza di persone bisognose. Lo ha fatto quando l’accoglienza è stata degna di questo nome.
Abbiamo sempre sostenuto la necessità di praticare accoglienza e solidarietà nei confronti dei migranti, ma per dare dignità, protezione e opportunità di riscatto a chi fugge da fame, povertà, insicurezza. Abbiamo messo in pratica questi valori animando, tra le altre cose, un progetto di seconda accoglienza (Sai, ex Sprar) il cui ente gestore non è Nuvola Rossa, come qualcuno cerca insinua per speculare, ma l’associazione Arci Reggio Calabria e che, come riconosciuto da Ministero e Prefettura, ha costituito un’eccellenza in termini di inclusione sociale ed economica. Centinaia di migranti, ospitati negli anni attraverso la formula dell’accoglienza diffusa (poche persone distribuite in abitazioni dislocate sul territorio), hanno imparato l’italiano, appreso un mestiere e iniziato ad amare questa città, fino ad viverci una volta conclusa l’accoglienza istituzionale nel progetto. Queste persone sono oggi parte di Villa, dei suoi luoghi e del suo panorama socio-culturale e demografico, e rappresentano una ricchezza per la città.
Assembrare centinaia di persone in un hotel significa invece parcheggiare degli esseri umani, con le conseguenze che ciò comporta, alimentando diffidenza sui territori e guerre tra poveri.
Ma agitare lo spettro di un conflitto inevitabile tra stranieri e autoctoni non ci appartiene ed è una logica che rifiutiamo completamente. Riteniamo però che l’accoglienza, nei fatti, vada fatta diversamente affinché sia sostenibile, virtuosa e porti un tangibile arricchimento sui territori.
Rimaniamo sempre dalla parte degli ultimi ma allo stesso tempo ci attiveremo nelle sedi opportune contro la cattiva accoglienza».