Federazione Mediterranea e Unida Reggio, Zimbalatti: «Disponibili a discuterne ma non dipende solo da noi» – VIDEO
Invoca il coinvolgimento degli enti territoriali in seno al cda dell’università per stranieri Dante Alighieri e un percorso istituzionale sotto la lente del ministero, il rettore dell’ateneo reggino che ha sottolineato: «Noi ci siamo e abbiamo da tempo deliberato»
Il dibattito sul presente e sul futuro dell’università Dante Alighieri di Reggio Calabria, in Italia uno dei tre atenei per Stranieri unitamente a quello di Perugia e Siena, dunque l’unico al Sud, minacciato da criticità finanziarie e lotte interne al cda, richiama la proposta di federazione con l’università Mediterranea di Reggio Calabria assunta all’unanimità dal Cda della Dante Alighieri nel marzo del 2023, prima che il rettore Antonino Zumbo si dimettesse. Una proposta rispetto alla quale la Mediterranea, per voce del suo rettore Giuseppe Zimbalatti, ha confermato la disponibilità al dialogo, in occasione del recente discorso inaugurale dell’anno accademico.
Disponibilità a condividere un percorso istituzionale
«Gli organi di governo della Mediterranea – ha dichiarato il rettore della Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti – hanno da tempo deliberato la massima disponibilità a valutare un percorso di fusione o federazione per mettere a sistema le due realtà.
Abbiamo, dunque, già risposto favorevolmente alla proposta formale della Dante Alighieri, manifestando apertura all’ipotesi nel rispetto della sostenibilità economico finanziaria. Tutto ciò ovviamente con il coinvolgimento del Ministero, della Conferenza dei rettori, dove anche l’Unida è rappresentata, e soprattutto con il sostegno delle istituzioni pubbliche territoriali, per altro già presenti negli attuali organi di governo della Dante Alighieri.
Il fatto che la Dante Alighieri abbia in seno al proprio cda rappresentanti di enti pubblici è un aspetto non secondario. Un percorso istituzionale si può sempre intraprendere. Siamo disponibili, noi siamo però un soggetto pubblico e ci dobbiamo muovere con le procedure indicate per il nostro status giuridico. Non possiamo, per altro, assumere delle iniziative rispetto a un’entità che non ci appartiene. Quindi, più che rappresentare la nostra disponibilità non possiamo fare, nella consapevolezza che il buon senso delle istituzioni che partecipano al dibattito sicuramente non mancherà».
Le altre parti in causa
Sottolineando la necessità di intraprendere un percorso istituzionale, da porre sotto la lente del Ministero, essendo la Mediterranea dal punto di vista giuridico un ente pubblico, il rettore Giuseppe Zimbalatti indica come essenziale in questo percorso il coinvolgimento degli enti territoriali in seno al cda dell’università per stranieri Dante Alighieri. Tali enti sono Città Metropolitana e Comune di Reggio, Regione e Camera di Commercio.
Confermata l’apertura al confronto della Mediterranea, va da sé che la condivisione di intenti, per quanto auspicabile, alla luce di possibili trattive di vendita dell’ateneo Dante Alighieri a università telematiche, potrebbe non essere l’unica via contemplata per uscire dall’impasse.
Sinergia auspicata ma da concretizzare
«Credo che unire le forze in un territorio come il nostro non possa che essere un fattore positivo, se però ci sono alternative diverse, ovviamente noi continuiamo lungo la nostra strada. Al momento un’idea di fusione potrebbe essere praticabile ma considerata la natura privatistica della Dante Alighieri e quella pubblica della Mediterranea, un auspicato accordo tra le parti, nel nome di un interesse superiore, necessita senz’altro di una supervisione ministeriale.
Noi ci siamo – ha ribadito il rettore Giuseppe Zimabalatti – e siamo intenzionati a contribuire nell’interesse del territorio nell’ottica di un rafforzamento della formazione di qualità in questa città ma il buon esito del progetto non dipende solo da noi. L’interesse pienamente legittimo che da tempo si registra intorno a questa vicenda, a oggi non ha però portato ad alcun risultato concreto. Forse è il caso di richiamare l’ammonimento di Tito Livio “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” (“Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata».
Dunque, rese altrettanto chiare le idee di chi ha la prerogativa di delinearle, circa il futuro di questa istituzione culturale a Reggio Calabria, sarà possibile comprendere se tale interlocuzione con la Mediterranea, disponibile ad accoglierla e a portarla avanti, sarà mai effettivamente intrapresa e poi anche conclusa.